Nuovi ospiti sulle sponde del Chiese Le tartarughe «extracomunitarie»

di V.MOR.
Due Trachemys scripta lungo le sponde del Chiese
Due Trachemys scripta lungo le sponde del Chiese
Due Trachemys scripta lungo le sponde del Chiese
Due Trachemys scripta lungo le sponde del Chiese

La vecchia «padrona di casa», troppo sensibile all’inquinamento e agli stravolgimenti ambientali, è sparita da decenni, e se qualcuno osservando le ormai numerose tartarughe palustri che nuotano e prendono il sole lungo il basso corso del Chiese pensasse a un ritorno della Emys orbicularis si dovrebbe ricredere: la specie autoctona è un lontano ricordo (a parte le aree della Lombardia in cui ancora sopravvive), e la sua sostituta è ormai considerata una specie invasiva anche dal punto di vista normativo, e in parte pericolosa per il già malconcio equilibrio ecologico fluviale. L’invasione è iniziata negli anni Settanta, con la vendita nei negozi di animali di milioni di tartarughe guance rosse (o della Florida), le Trachemys scripta. Quantità industriali di questi rettili originari del Nordamerica sono poi state «smaltite» allegramente dai proprietari quando, una volta raggiunte dimensioni non più domestiche e compatibili con un acquario casalingo, e ora fiumi, laghi e stagni della Penisola ne sono pieni con conseguenze serie per la piccola fauna autoctona: le Trachemys sono carnivore, e nei piccoli specchi d’acqua, nei quali a volte traboccano, l’impatto che hanno per esempio sui girini degli anfibi è fortissimo. OGGI, appunto, basta passeggiare anche lungo il Chiese per accorgersi di quante tartarughe lo abitano stabilmente: succede da Montichiari a Carpenedolo, passando per Calcinato e Calvisano, e dato che ormai si riproducono regolarmente c’è solo da sperare che almeno la pratica dell’immissione selvaggia termini. Oggi, dicevamo, questa specie è stata inserita tra quelle esotiche invasive dal decreto legislativo 230 del dicembre 2017, e oltre a tenersele rigorosamente strette, i possessori hanno l’obbligo di denunciarne la proprietà entro il prossimo agosto. Lo stesso decreto spiega che per regolarizzare la propria posizione bisogna aver acquistato uno o più esemplari prima dell’entrata in vigore della norma, che è necessario comunicare la detenzione al ministero dell’Ambiente (entro il 14 agosto; tutte le informazioni si trovano sul sito http://www.minambiente.it/pagina/specie-esotiche-invasive) e che è obbligatorio impedire la fuga degli animali custodendoli in ambienti appropriati ma anche bloccarne la riproduzione; per esempio separando i sessi. •

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