Orrori satellitari addio
È guerra alle parabole

La bellezza di un paese non nasce soltanto alla presenza o meno di edifici di pregio e giardini (e alla loro buona conservazione), ma anche dal rispetto dei regolamenti (quando ci sono) e di un senso estetico che purtroppo non appartiene a molti privati cittadini. Così, se in molti comuni i piani colore riguardanti gli edifici sono leggi inderogabili, per evitare brutture o comunque contrasti cromatici con la maggior parte delle costruzioni, a Urago d’Oglio hanno deciso di ingaggiare una battaglia con un orrore dilagante: le parabole satellitari appese ovunque.

Le «padelle» di vari formati costellano moltissimi centri urbani con risultati estetici che è superfluo commentare, e in particolare nel caso di Urago l’ente locale ha censito anche palazzine con 5 o 6 antenne televisive piazzate sui balconi o sulle facciate di stabili trasformati in qualsosa di simile a ripetitori.

Così l’amministrazione comunale ha deciso di dire basta mettendo mano al regolamento di polizia urbana, con l’obiettivo di contenere il problema e di evitarne la diffusione. Ne è nato un divieto, o meglio un obbligo, che prevede la sistemazione delle antenne a parabola esclusivamente sui tetti delle abitazioni.

Non che la legge nazionale fosse diversa, visto che già suggeriva ai comuni di impedire collocazioni diverse. Per fare propria questa impostazione il Comune ha pensato di dare piena attuazione alle intenzioni del legislatore facendole recepire appunto anche dal regolamento di polizia urbana.

Ora inizia finalmente la fase degli smantellamenti, ma anche delle sanzioni se necessario. M.MA.

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