Polveri e miasmi, battaglia su due fronti

L’ingresso dello stabilimento della  «Simpo» di Quinzano d’Oglio
L’ingresso dello stabilimento della «Simpo» di Quinzano d’Oglio
L’ingresso dello stabilimento della  «Simpo» di Quinzano d’Oglio
L’ingresso dello stabilimento della «Simpo» di Quinzano d’Oglio

Riccardo Caffi Si prepara un nuovo, doppio passaggio da un’aula giudiziaria per la guerra agli odori e alle polveri che vede in scena da anni il Comune di Quinzano d’Oglio. Protagoniste la «Simpo» e la «Wte», aziende che hanno deciso di ricorrere al Tar contro i tentativi dell’ente locale di ricondurne l’attività entro limiti tollerabili per le persone e per l’ambiente. Il conflitto vede appunto il municipio schierato a difesa dei cittadini che lamentano emissioni odorose e sonore intollerabili, e l’ultimo scontro in ordine di tempo è stato quello con la srl Wte. La Waste trading enterprise, aperta in via Turati nel 2007, si occupa di trattamento di biomasse di scarto, della depurazione di reflui solidi e liquidi non pericolosi e della riduzione volumetrica dei fanghi. E da quando ha aperto i battenti sono iniziate le lamentele dei residenti nelle vie vicine per gli odori nauseabondi che prima non sarebbero mai stati avvertiti. Secondo l’amministrazione comunale l’impianto, non lontano dalle case, rappresenta un pericolo per la salute dei cittadini. Una convinzione fonte di ricorrenti contrasti con la ditta finiti davanti al Tar, al Tribunale civile e al Consiglio di Stato. La Simpo srl (Società industriale molini, pastifici, oleifici) ha iniziato l’attività in viale Gandini nel lontano 1945 come pastificio. Dagli anni ’60 si dedica alla produzione di carbonato di calcio e fosfato bicalcico, utilizzando mulini e insaccatoi del prodotto esportato in tutto il mondo. I camion che trasportano le pietre calcaree, la macinazione e l’impiego di sostanze chimiche provocano rumori, polveri, odori che gli abitanti mal sopportano, più volte al centro di raccolte di firme e denunce. La vertenza che la oppone al Comune ha inizio alla metà degli anni ’90 e continua. ALL’ORIGINE dell’ultimo contenzioso ente locale-Wte c’è una ordinanza del sindaco Andrea Soregaroli che a fine settembre, ascoltando la petizione sottoscritta da 145 residenti, ha imposto alla ditta di via Turati «la cessazione di tutte le molestie olfattive provenienti dall’impianto di trattamento rifiuti, mediante l’attivazione di tutti gli accorgimenti necessari finalizzati a eliminare le emissioni». La ditta ha impugnato l’ordinanza e ha presentato richiesta di annullamento al Tar. Non ha avuto miglior fortuna il provvedimento con cui il sindaco, alcuni giorni dopo, in ottobre, ha ordinato alla Simpo di procedere a una bonifica nell’impianto di viale Gandini: altro ricorso per l’annullamento della notifica. La giunta ha chiamato l’avvocato Domenico Bezzi a rappresentare il Comune e autorizzato il primo cittadino ad agire in giudizio. •

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