Presi dopo 3 anni di furti nei supermercati

di Valerio Morabito
 I ladri rubavano anche zafferanoDue componenti della banda immortalati durante un furto Parte della refurtiva recuperata
I ladri rubavano anche zafferanoDue componenti della banda immortalati durante un furto Parte della refurtiva recuperata
 I ladri rubavano anche zafferanoDue componenti della banda immortalati durante un furto Parte della refurtiva recuperata
I ladri rubavano anche zafferanoDue componenti della banda immortalati durante un furto Parte della refurtiva recuperata

Sono accusati di aver compiuto oltre 380 furti in meno di tre anni. Uno stillicidio di piccoli, ma costanti saccheggi dagli scaffali dei supermercati del Nord Italia che avrebbe fruttato refurtiva per un valore che supera il mezzo milione di euro.

LA CAPACITÀ OPERATIVA della banda di romeni smantellata dai carabinieri si specchia nel deposito di merce rubata scoperto a Montichiari: i liquori e i prodotti alimentari per 30 mila euro erano il frutto dell’ultimo mese di razzie «mordi e fuggi». E sempre a Montichiari era allestito il quartier generale dell’organizzazione che dopo i primi raid compiuti fra il Garda e la Bass - in particolare a Calcinato, Desenzano e Lonato - nel 2014 ha esteso progressivamente in modo concentrico il suo raggio di azione sconfinando in Veneto, Piemonte e Trentino Alto Adige. Il commando composto da 14 persone con ruoli gerarchici diversi è stato azzerato dall’operazione, denominata «Napoleon», coordinata dalla Procura di Verona.

LE INDAGINi sono state condotte dai carabinieri della stazione di Montichiari guidata dal luogotenente Roberto Bonfiglio che hanno potuto contare sul supporto strategico della polizia romena.

A capo della gang un rumeno di 46 anni residente da tempo nella Bassa, arrestato insieme ad altre tre persone considerate le «menti» dei furti: si tratta di una romena di 40enne e di due connazionali di 46 e 41 anni. Della banda facevano parte anche altre dieci persone, tutte denunciate a piede libero. L’aspetto più delicato dell’inchiesta è stato dare un’identità alle persone spesso immortalate durante i saccheggi dalle telecamere di videosorveglianza dei supermercati: molti dei ladri si coprivano con false generalità, e abbinare un nome a uno dei volti ripresi dai video sembrava un’impresa impossibile. In questa fase dell’indagine è risultata decisiva la collaborazione della polizia di Bucarest che, comparando le immagini con il proprio archivio fotosegnaletico (molti dei ladri,pregiudicati in Albania erano emigrati in Italia con la precisa e sola intenzione di delinquere), sono riusciti a identificare gli elementi di spicco della banda.

È SCATTATA COSÌ la seconda fase dell’indagine: tenendo sotto stretta sorveglianza i sospetti, i carabinieri hanno ricostruito le loro strategie, documentando gli ultimi furti.

È emerso fra l’altro che il 46enne aveva un elenco della merce richiesta da ricettatori: durante i blitz era lui a indicare ai complici cosa rubare, per lo più liquori, spumante, zafferano, lamette da barba e prodotti per l'igiene personale. Per depistare eventuali controlli il presunto capo della banda arrivava nel parcheggio del supermercato nel mirino con la propria automobile, seguito da un furgoncino con a bordo il resto della banda.

NEL POSTEGGIO, qualche ora prima del colpo, un complice lasciava un'automobile con targa tedesca. A quel punto in cinque-sei ladri entravano nel punto vendita sparpagliandosi fra le corsie e mescolandosi fra i clienti, dopo aver neutralizzato il codice anti-taccheggio nascondevano la merce in tasche speciali ricavate in giacche e giubbotti. Poi una volta fuori dal supermercato si spartivano la refurtiva e si dileguavano a bordo dell’auto con targa tedesca, recuperando il furgone ore dopo.

Molta refurtiva veniva esportata in Romania, ma i carabinieri ritengono che la rete di ricettazione fosse radicata anche nel territorio Bresciano e Veronese. Per questo motivo le indagini proseguono per cercare di appurare se la merce rubata sia stata piazzata sul mercato clandestino direttamente dai ladri o se, come appare più plausibile ci sia stato un tramite.

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