Quattro sindaci
blindano il futuro
della Macogna

di Cinzia Reboni
Una veduta area della Macogna: per i sindaci l’unico futuro condivisibile per il comparto è quello di un parco  di interesse sovracomunale
Una veduta area della Macogna: per i sindaci l’unico futuro condivisibile per il comparto è quello di un parco di interesse sovracomunale
Una veduta area della Macogna: per i sindaci l’unico futuro condivisibile per il comparto è quello di un parco  di interesse sovracomunale
Una veduta area della Macogna: per i sindaci l’unico futuro condivisibile per il comparto è quello di un parco di interesse sovracomunale

«No alla discarica, sì al parco». I sindaci «gelano» la Drr e ribadiscono che nell’area Macogna c’è un solo futuro condiviso e condivisibile: si chiama Plis. Il Parco locale di interesse sovracomunale è stato istituito nel 2010 dai Comuni di Cazzago, Berlingo, Rovato e Travagliato ma è ancora in attesa di riconoscimento da parte della Provincia. Per gli amministratori non ci sono alternative alla vocazione ambientale della Macogna, nonostante la sentenza del Tar abbia rigettato i loro ricorsi contro l’autorizzazione rilasciata alla Drr per la realizzazione di una discarica di rifiuti inerti e speciali non pericolosi. Per i giudici amministrativi il sito destinato a «smaltire» 1,35 milioni di metri cubi di scarti non presenta incompatibilità ambientali. Potrà dunque tornare operativo, anche se è difficile stabilire i tempi, visto che una porzione del bacino è ancora sotto sequestro della magistratura e che ai gestori è stato richiesto di adeguare il Piano di sorveglianza in modo da garantire l’immediato riscontro di eventuali situazioni di pericolosità future, peraltro non escluse dalla perizia del consulente del tribunale.

«Il Plis è di fatto la nostra risposta alle proposte avanzate dalla Drr, che attraverso i suoi procuratori, l’architetto Lucio Moro e l’avvocato Marcello Ferrari Chazelet, ha ipotizzato una “road map in tre tappe“ che rimane a tutt’oggi un progetto ipotetico e a noi assolutamente sconosciuto», spiega il sindaco di Berlingo, Cristina Bellini.

«Si è trattato di incontri superficiali, che non sono entrati minimamente nel merito della questione e del progetto - aggiunge il primo cittadino di Cazzago, Antonio Mossini -: io stesso ho spiegato che era inutile approcciarsi ai sindaci singolarmente, ma era necessario e auspicabile un tavolo collettivo. Da allora stiamo ancora aspettando proposte concrete».

I QUATTRO SINDACI si interrogano sul destino della Macogna. «All’interno del sito - ricorda Cristina Bellini -, è stato conferito del materiale non conforme all’autorizzazione rilasciata, ragion per cui parte dell’area risulta ancora sotto sequestro penale».

A preoccupare i sindaci la richiesta della Drr, ancora bloccata dal Broletto, di ottenere una deroga relativa alla tipologia dei materiali autorizzati, il cosiddetto triplicamento dell’eluato, che consentirebbe di ampliare la gamma di rifiuti trattati.

«Sul punto - sottolinea Cristina Bellini - auspichiamo grande prudenza da parte degli uffici della Provincia e un coinvolgimento dei Comuni che hanno a cuore esclusivamente la tutela della salute pubblica e il bene comune».

Sulla sentenza del Tar, «che ha messo in evidenza diverse criticità che necessitano di opportuni approfondimenti con i legali che ci hanno assistiti in giudizio - conclude il sindaco di Berlingo -, valuteremo l’opportunità di un ricorso al Consiglio di Stato». Una riserva che sarà sciolta nei prossimi giorni.

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