Ricorso al Tar contro la cava

L’area destinata a cava Betulla
L’area destinata a cava Betulla
L’area destinata a cava Betulla
L’area destinata a cava Betulla

Due ricorsi al Tribunale amministrativo regionale di Brescia contro l’apertura di cava Betulla. È questa la mossa a sorpresa del circolo Legambiente «La nostra terra», che raggruppa gli ecologisti di Castenedolo, Montirone, Ghedi e Borgosatollo. In seguito al video divulgato sui social network e su youtube, destinato a sensibilizzare la popolazione sul nuovo impianto estrattivo, il circolo ha deciso di passare al contrattacco con una vera e propria azione legale.

«Dopo la cava Bernardelli, l’Ate 40 e la discarica-cava Inferno, stanno aprendo la cava Betulla che, insieme agli altri impianti esistenti, copre un territorio ampio come 430 campi da calcio», hanno fatto sapere i componenti del circolo di Legambiente di Castenedolo, Montirone, Ghedi e Borgosatollo.

«Il 2 febbraio il nostro legale ci spiegherà i termini ed i punti di forza dei ricorsi in maniera tecnica, ma in linea di massima il primo ricorso al Tar riguarda la valutazione di impatto ambientale. La giunta Formigoni, a fine anni ’90, aveva tolto le cave dalla valutazione di impatto ambientale. Su questo punto - spiega Mario Fasser, geologo del circolo - c’eravamo rivolti alla Commissione europea con l’aiutato della deputata dei Verdi Monica Frassoni e così l’Unione europea aveva imposto di inserire la valutazione di impatto ambientale per le cave di una certa dimensione anche alla Regione. La norma però è stata applicata in modo generico. Il problema, a questo punto, è che se la valutazione di impatto ambientale viene redatta da Regione e Provincia, dunque si rischia di avere una visione parziale della vicenda».

Il secondo ricorso, invece, si basa su procedure autorizzative che, secondo Legambiente, «riguardano facilitazioni non giustificate ottenute dai cavatori. Le procedure, in sostanza, non ci convincono. A Montirone e in tutta la nostra zona non c’è bisogno di una nuova cava. Non c’è bisogno di esportare ghiaia. Ed è una bufala che la ghiaia di Brescia è particolare. In un contesto del genere chiediamo un piano cave sensato e proporzionato ai consumi della sola provincia nel rispetto dell’ambiente», ha concluso Eugenio Fasser.V.MOR.

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