Gli incendi appiccati negli ultimi anni hanno lasciato ferite serissime in molti tratti dell’area protetta; poi ci sono i continui abbandoni di rifiuti, e infine, il maltrattato Parco dell’Oglio deve fare i conti anche con operazioni di rimboschimento che, secondo i frequentatori più attenti, lasciano il tempo che trovano. «Vogliamo sapere dove finiscono i soldi investiti in queste operazioni - dicono fuori dai denti alcuni appassionati che frequentano il parco tra Rudiano e Roccafranca -. Di migliaia di piante messe a dimora nell’arco di anni si sono visti ben pochi frutti e la domanda sorge spontanea: un privato collocherebbe migliaia di alberelli per vederne crescere poche decine?». «IL COSTO di ogni esemplare è di alcuni euro - aggiunge Lucio Magli, un volontario che insieme ad alcuni amici cura l’area protetta durante le escursioni -; se si considera il costo della piantina, quello della difesa (un cilindro polastico di protezione) e il tempo perso da chi la mette a dimora». Ma a parlare più di ogni stima sono i bilanci del Parco dell’Oglio, che tra mezzi proprio e finanziamenti regionali ha speso centinaia di migliaia di euro in una decina d’anni. Le aree fluviali di Rudiano e Roccafranca hanno visto arrivare migliaia di futuri alberi mancati: «Per noi è uno scandalo - continua Magli -. Abbiamo sentito decine di proclami sui ripopolamenti, e a oggi dovremmo vedere una piccola Amazzonia. Invece li vediamo dopo poco seccare come fossero erba». Il dubbio dei camminatori del fiume (così si vogliono far chiamare) è il seguente: questi alberelli vengono curati dopo la delicata fase del trapianto? E soprattutto è proprio necessario sistemarli all’ombra di altri alberi?». Angelo Brocchetti è assessore al Parco a Rudiano: «Anche io ho visto morie di piantine negli anni - ammette -. Non voglio azzardare risposte, ma l’ipotesi che manchi una cura di fondo soprattutto nei primi mesi di vita è legittima. Mi impegnerò direttamente per far sì che il tutto venga chiarito. Un’anomalia potrebbe esserci. Verificherò con gli agronomi del parco cosa è successo». Sembra comunque di essere di fronte a qualcosa di simile a una truffa; oltre che a una presa in giro delle tante scolaresche che hanno partecipato alle cerimonie di messa a dimora, sostenendo il rimboschimento di un territorio che registra invece un costante impoverimento, con lunghi tratti di sponde desertificate. •