Rimboschimenti «flop» nel Parco dell’Oglio

di Massimiliano Magli
In quest’area ricoperta da sterpi dovrebbero esserci alberi
In quest’area ricoperta da sterpi dovrebbero esserci alberi
In quest’area ricoperta da sterpi dovrebbero esserci alberi
In quest’area ricoperta da sterpi dovrebbero esserci alberi

Gli incendi appiccati negli ultimi anni hanno lasciato ferite serissime in molti tratti dell’area protetta; poi ci sono i continui abbandoni di rifiuti, e infine, il maltrattato Parco dell’Oglio deve fare i conti anche con operazioni di rimboschimento che, secondo i frequentatori più attenti, lasciano il tempo che trovano. «Vogliamo sapere dove finiscono i soldi investiti in queste operazioni - dicono fuori dai denti alcuni appassionati che frequentano il parco tra Rudiano e Roccafranca -. Di migliaia di piante messe a dimora nell’arco di anni si sono visti ben pochi frutti e la domanda sorge spontanea: un privato collocherebbe migliaia di alberelli per vederne crescere poche decine?». «IL COSTO di ogni esemplare è di alcuni euro - aggiunge Lucio Magli, un volontario che insieme ad alcuni amici cura l’area protetta durante le escursioni -; se si considera il costo della piantina, quello della difesa (un cilindro polastico di protezione) e il tempo perso da chi la mette a dimora». Ma a parlare più di ogni stima sono i bilanci del Parco dell’Oglio, che tra mezzi proprio e finanziamenti regionali ha speso centinaia di migliaia di euro in una decina d’anni. Le aree fluviali di Rudiano e Roccafranca hanno visto arrivare migliaia di futuri alberi mancati: «Per noi è uno scandalo - continua Magli -. Abbiamo sentito decine di proclami sui ripopolamenti, e a oggi dovremmo vedere una piccola Amazzonia. Invece li vediamo dopo poco seccare come fossero erba». Il dubbio dei camminatori del fiume (così si vogliono far chiamare) è il seguente: questi alberelli vengono curati dopo la delicata fase del trapianto? E soprattutto è proprio necessario sistemarli all’ombra di altri alberi?». Angelo Brocchetti è assessore al Parco a Rudiano: «Anche io ho visto morie di piantine negli anni - ammette -. Non voglio azzardare risposte, ma l’ipotesi che manchi una cura di fondo soprattutto nei primi mesi di vita è legittima. Mi impegnerò direttamente per far sì che il tutto venga chiarito. Un’anomalia potrebbe esserci. Verificherò con gli agronomi del parco cosa è successo». Sembra comunque di essere di fronte a qualcosa di simile a una truffa; oltre che a una presa in giro delle tante scolaresche che hanno partecipato alle cerimonie di messa a dimora, sostenendo il rimboschimento di un territorio che registra invece un costante impoverimento, con lunghi tratti di sponde desertificate. •

Suggerimenti