Scarichi fuori dalla legge:
la zincatura deve risarcire

Assume purtroppo contorni sempre più preoccupanti, e inoltre, la «questione ambientale» non va mai in vacanza invadendo la scena con mille manifestazioni diverse. Ogni tanto, però, tra scarichi e odori pestilenziali che continuano a colpire emergono anche notizie positive, rappresentate soprattutto da sentenze legate a vicende che hanno segnato il territorio bresciano negli anni.

In queste ore ne è arrivata una che riguarda Visano e il ministero dell’Ambiente che, convenuto in giudizio come si dice in termini tecnici, verrà risarcito da una nota ditta che si occupa di zincatura per aver effettuato «scarichi in corsi d’acqua superando i limiti previsti dalla legge».

L’azienda è stata accusata di aver sversato alcuni prodotti provenienti dal ciclo produttivo in alcuni canali che circondano Visano e che si immettono nel Chiese, il fiume che in questi ultimi mesi è finito più volte al centro dell’attenzione per morie di pesci e vari casi di inquinamento tra Montichiari e Calvisano.

L’ordine definitivo di risarcimento al ministero, e quindi alla collettività, è arrivato dopo il ricorso presentato dall’azienda, che si trova nella zona industriale al confine con Isorella, ed è sancito da una sentenza dalla Corte di Cassazione. Una presa di posizione che non si è discostata dagli altri gradi di giudizio, in occasione dei quali la ditta visanese era tra l’altro stata accusata di «non aver realizzato nei termini di legge l’ordine di bonifica».

Un aspetto che ha avuto un peso nelle decisioni dei magistrati: la bonifica è stata realizzata, ma solo successivamente agli obblighi. Un ritardo che chiama in causa anche il Comune, visto che l’ente locale, come è evidenzato nella sentenza della Cassazione, «con la propria dichiarazione emessa ben nove anni dopo il fatto non aveva dato alcuna indicazione tecnica sulla totale eliminazione del danno ambientale a seguito della bonifica». V.MOR.

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