Si sgonfia il mobbing Il Comune viene assolto

di M.MA.

È finita con una assoluzione piena per l’ente locale la causa di lavoro promossa da una dipendente nei confronti del Comune di Urago d’Oglio. La sentenza del Tribunale del lavoro di Brescia è arrivata nei giorni scorsi, e ha «bocciato» il ricorso presentato dalla ex responsabile dell’area tecnica Sara Garatti nel 2014. La professionista aveva denunciato atteggiamenti vessatori nei suoi confronti degni di una causa per mobbing, e sono serviti quattro anni per arrivare a una conclusione: una ulteriore conferma della lentezza giudiziaria, perchè la sentenza è stata depositata a febbraio del 2017, ma solo pochi giorni fa sono arrivate le motivazioni del giudice. «Le situazioni narrate nel ricordo - spiega il giudice Ignazio Onni - non risultano idonee a definire come mobbing quanto imputato dalla ricorrente, né a far ritenere sussistente la sottrazione delle mansioni qualificanti la professionalità, trattandosi, piuttosto, di una visione parziale e personale degli eventi da parte della ricorrente». IL DANNO vantato dalla dirigente riguardava sia l’aspetto biologico, per circa 29 mila euro, sia quello professionale per altri 47 mila. Le conflittualità denunciate riguardavano sia il primo mandato con l’ex assessore Luigi Brignoli, poi dimessosi per il fallimento del primo progetto sul cimitero, sia, dopo un parziale miglioramento dei rapporti, dopo l’assegnazione del bando alla Polisportiva uraghese per il nuovo centro sportivo. In quella fase, le perplessità della dirigente e le frizioni con la segreteria comunale erano arrivate al culmine. •

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