Spara al ladro:
condanna
e polemiche

Polemiche dopo la condanna
Polemiche dopo la condanna
Polemiche dopo la condanna
Polemiche dopo la condanna

Aveva sparato e ferito un ladro per sventare un furto al bancomat. La giustizia lo ha condannato a una pena più pesante del componente del commando colpito da una fucilata. Sta facendo discutere il caso di Giuseppe Chiarini, l’operaio di Calcinatello che nella notte tra il 29 e il 30 gennaio di un anno aveva esploso alcuni colpi di arma da fuoco dal balcone di casa all’indirizzo della banda che aveva appena sradicato dalla nicchia di una banca la cassaforte blindata. Ha patteggiato una pena di due anni e otto mesi per tentato omicidio. Il ladro ferito dovrà scontare due anni e quattro mesi. «Questa è l’Italia - ha commentato Chiarini dopo il verdetto -, e non mi stupisco più di nulla». «In un Paese normale Chiarini verrebbe premiato - afferma il deputato della Lega Nord Paolo Grimoldi -, qui invece si prende una condanna più pesante di quella dei rapinatori e dovrà pure risarcirli. Siamo all'assurdo, ecco le conseguenze delle belle politiche boldriniane per cui i rapinatori diventano vittime e gli onesti cittadini passano per delinquenti». Viviana Beccalossi incalza: «Assurdo e sconcertante prendere atto che ancora una volta in Italia le "guardie pagano più dei ladri". Avere a che fare con un bandito significa prima rischiare la vita e poi subire le ire della giustizia - afferma l’assessore regionale al Territorio e dirigente di Fratelli d’Italia - . Tra i cittadini continua a crescere la sensazione che chi governa questo Paese ragioni al contrario, tutelando più i carnefici che le vittime. Io starò sempre con queste ultime. Questo ennesimo episodio - conclude Viviana Beccalossi - conferma una deriva pericolosa, con lo Stato ormai incapace di garantire condanne dure per chi delinque, vanificando il prezioso lavoro svolto dalle forze dell'ordine. Al contrario, i cittadini sono sempre di più lasciati soli». V.MOR.

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