Stangata sulle rette del nido Il caso è diventato politico

di F.PIO.

La stangata sulle rette dell’asilo nido imposte dai vertici della Fondazione Ferrari di Manerbio alle prese con una difficile situazione finanziaria ha fatto insorgere le famiglie, ma anche le opposizioni. I rincari vanno da un minimo del 4,2 % ad un massimo del 27% per chi usufruisce della fascia del mattino. Nel mirino sono finite anche le liste di attesa e il Comune accusato di non aver aderito al bando regionale «Nidi gratis». «È scandaloso aumentare le tariffe di un servizio strategico come quello dell'asilo nido in tempi di crisi per le famiglie», si legge in una nota delle minoranze. Sul caso è intervenuto anche Alberto Caldera esponente di Forza Nuova: «la nomina del Consiglio di amministrazione spetta alla Fondazione che è di nomina del sindaco: per questo risulta inconcepibile che non ci sia un intervento pubblico per evitare i rincari». Ma paradossalmente la Fondazione ha dovuto aumentare le rette proprio a fronte dei tagli dei contributi comunali che in quattro anni sono scesi gradualmente da 450 mila a 200 mila l’anno. «Ci siamo attivati anche per il bonus di Regione Lombardia, che attualmente non risulta pubblicato, ripartendo la convenzione comunale in 146mila euro per la scuola dell’infanzia e 56mila per l’asilo nido», hanno spiegato i vertici della Ferrari in una lettera inviata alle famiglie. Il Comune sostiene di non avere fondi da erogare per il nido. Un rimpallo di responsabilità diventato inevitabilmente anche un caso politico. Le opposizioni rinfacciano all’esecutivo i «150 mila euro sprecati nel rilancio del bocciodromo mai ripartito, le risorse impegnato per le attività culturali, i 250 mila euro da destinare al restyling della piscina e il denaro che verrà speso per recuperare le ceneri dell'incendio di mezzo secolo fa che mandò in briciole l'archivio dell'anagrafe recuperato in parte con le memorie dei cittadini. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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