MONTICHIARI. Resta ancora un mistero però l’origine dei miasmi che esattamente un anno fa provocarono irritazioni alle vie respiratorie a maestre e alunni delle scuole

Tanfo a Vighizzolo,
scoperta una
delle fonti

di Valerio Morabito
Prende forma che l’ipotesi che il tanfo avvertito a Vighizzolo sia frutto di una serie concause
Prende forma che l’ipotesi che il tanfo avvertito a Vighizzolo sia frutto di una serie concause
Prende forma che l’ipotesi che il tanfo avvertito a Vighizzolo sia frutto di una serie concause
Prende forma che l’ipotesi che il tanfo avvertito a Vighizzolo sia frutto di una serie concause

Quella emersa in questi giorni è solo la punta di un iceberg sommerso che l’inchiesta della Procura della Repubblica sta cercando faticosamente di esplorare.

Ad un anno esatto dall’ondata di tanfo che a Vighizzolo provocò malori fra insegnanti e alunni delle scuola elementare «Giovanni XXIII» le indagini stanno portando a qualche risultato concreto. La fonte delle molestie olfattive non è stata ancora individuata, nonostante il Comune di Montichiari abbia avviato una attività di monitoraggio, affidandosi ad una società privata «Algebra», e l’Arpa abbia tenuto sotto controllo l’aria della frazione di Montichiari ad ogni segnalazione dei miasmi. Se la doppia campagna di test non ha dato risultati apprezzabili, l’attività investigativa dei carabinieri della stazione di Montichiari ha permesso di «cristalizzare» la complessa e preoccupante situazione del territorio di Vighizzolo e delle zone limitrofe. Sotto la lente dei militari non è finito soltanto l’episodio del 17 ottobre 2016 che sembrerebbe essere legato allo spandimento dei fanghi e gessi di defecazione su alcuni terreni della frazione.

NELLA RETE delle ispezioni dei carabinieri è finita un’a- zienda di smaltimento rifiuti ferrosi, la «Geritall due», proprio in una delle notti successive al tanfo che aveva «colpito» la scuola elementare.

Al termine della ricognizione condotta con il supporto del Nucleo operativo ecologico di Brescia, l’azienda è stata denunciata per gestione non autorizzata e deposito incontrollato di rifiuti. Sulla scorta della segnalazione, la Procura ha imposto lo stop dell’attività in via Sigalina. Oltre a questi aspetti, con l'arrivo del Nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri sono state scoperte altre irregolarità inerenti la sicurezza dell'impianto per i lavoratori della ditta.

L’autorità giudiziaria ha imposto ora di bonificare l’intero sito dell’azienda di trattamento rifiuti. L’operazione dovrà essere promossa sotto la visione del Comune. Gli accertamenti, bene sottolinearlo, hanno escluso un nesso fra la puzza avvertita il 17 ottobre del 2016 e la «Geritall due», ma hanno appurato che alcune delle folate di miasmi sgradevoli avvertite nei giorni successivi erano da addebitare all’azienda.

A INNESCARE l’odore acre penetrante sarebbe stata, secondo i carabinieri, la combustione dei residui di olio lubrificante impropriamente non rimosse dal materiale ferroso che di volta in volta veniva bruciato. I tanfo, che si sarebbe sprigionato da un comignolo peraltro non autorizzato, in base alla direzione del vento, avrebbe raggiunto anche Vighizzolo.

La vicenda «Geritall due» conferma la teoria sostenuta da sempre da associazioni ambientaliste e inquirenti. Il fenomeno della puzza intermittente con cui Vighizzolo è costretto a convivere da un anno non ha una sola fonte ma sarebbe frutto di una serie di concause sovrapposte. Fra queste paradossalmente non figurerebbero secondo gli accertamenti, le discariche che circondano la frazione di Montichiari, non almeno nell’intossicazione che esattamente un anno ha costretto maestre e bambini delle scuole al ricovero in ospedale.

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