Tangenziale tutta da
rifare. L’operazione
costerà 8 milioni!

di Manuel Venturi
Il tracciato della tangenziale ormai ridotto a una stradina malmessa di campagna: recuperarla e finirla costerà 8 milioni FOTOLIVE/Filippo Venezia
Il tracciato della tangenziale ormai ridotto a una stradina malmessa di campagna: recuperarla e finirla costerà 8 milioni FOTOLIVE/Filippo Venezia
Lo scandalo della tangenziale di Orzivecchi (Fotolive)

La tangenziale della Sp235 a Orzivecchi potrebbe finalmente uscire dal limbo, ma il prezzo da pagare è parecchio salato. Dopo anni di processi, sequestri e polemiche, si comincia a intravedere la luce in fondo al tunnel: uno studio commissionato dalla Provincia ha dimostrato che il materiale utilizzato per la costruzione del rilevato stradale, benché non a norma, non presenta criticità ambientali. Il Broletto, per voce del presidente Pier Luigi Mottinelli e del consigliere delegato ai Lavori pubblici, Antonio Bazzani, si è impegnato a far ripartire i cantieri al più presto. Servono però 8 milioni di euro circa per realizzare un’opera che in parte era già nata, con tanto di tratti di strada asfaltati: ora si deve ripartire da capo, demolendo ciò che esiste. Senza dimenticare che la Provincia ha già pagato all’azienda Origini Asfalti Locatelli (poi condannata in primo e secondo grado) 1 milione 195 mila euro: soldi che difficilmente verranno recuperati a causa del fallimento dell’impresa.

LA STORIA della «tangenzialina» che bypassa il centro abitato di Orzivecchi ha radici lontane. Il cantiere è fermo da sette anni per l’utilizzo di materiali non conformi per la realizzazione del rilevato stradale. Lo studio, realizzato dall’ingegner Sergio Cavallari, ha confermato i dati raccolti anche dalle Procure di Bergamo e Brescia: dei 60 campioni sottoposti ad accertamenti è emerso che «l’utilizzo del materiale in sostituzione dell’inerte naturale è avvenuto in modo difforme al capitolato e non correttamente miscelato, ma steso a strati con la sabbia».

Inoltre, nelle scorie di acciaieria utilizzate sono emersi elementi ferrosi, che avrebbero dovuto essere eliminati nell’impianto di produzione: questo porta alla qualificazione del materiale come rifiuto, anche se questo non ha dato luogo a problemi ambientali. Gli 11 piezometri con cui sono state studiate le falde, infatti, hanno rilevato concentrazioni di fluoruri e di cromo molto inferiori ai limiti di legge.

LO STUDIO propone due ipotesi di intervento. La prima è smaltire tutto in discarica: si parla di oltre 100 mila metri cubi di materiale, con un costo di 10 milioni e 700 mila euro per rimozione e smaltimento, a cui si dovrebbe aggiungere il prezzo ambientale di circa diecimila passaggi di mezzi pesanti. La seconda, seguita dalla Provincia, prevede il trattamento del materiale sul posto, con l’apertura di tre impianti per rendere utilizzabili le scorie: il costo varierebbe da 3,5 a 4,5 milioni di euro, a seconda della quantità di scarto da portare in discarica.

IN ENTRAMBI i casi bisognerebbe aggiungere 3,9 milioni di euro per la realizzazione dei due chilometri e 300 metri della tangenzialina: secondo la Provincia, servirebbero sei mesi per la parte autorizzativa, dai quattro ai sei mesi per il trattamento del materiale e altri quattro per la posa del manto.

«Abbiamo impostato un lavoro innovativo, coinvolgendo amministrazioni e cittadini», ha notato Bazzani, mentre Andrea Ratti, sindaco di Orzinuovi, Gianluigi Sturla, vicesindaco di Orzivecchi e Gabriele Pellegrini di Legambiente hanno auspicato «la realizzazione di un’opera attesa da troppo tempo». «Le risorse sono compatibili per questa amministrazione provinciale», ha assicurato Mottinelli.

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