Terra dei Fuochi
bresciana regala
nuova pattumiera

Pneumatici usati seppelliti nel campo di Gottolengo
Pneumatici usati seppelliti nel campo di Gottolengo
Pneumatici usati seppelliti nel campo di Gottolengo
Pneumatici usati seppelliti nel campo di Gottolengo

Sono passati anni ormai da quando il «sogno» di una provincia e di una economia virtuose si è spezzato, avvicinando molto il territorio bresciano agli orrori ambientali della Terra dei Fuochi che qualcuno credeva lontani e localizzati. Prima, durante e dopo la carovane di spazzatura diretta al Sud in molti hanno guardato in casa per liberarsi di materiali ingombranti a costo zero o quasi, e dalla martoriata pianura bresciana arrivano quasi settimanalmente segnalazioni di smaltimenti illegali, pericolosi o meno.

L’ULTIMO caso in ordine di tempo è stato portato allo scoperto dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Brescia sul territorio di Gottolengo, dove dopo i primi accertamenti, i militari hanno eseguito un ordine di sequestro probatorio firmato dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani. Il provvedimento riguarda un terreno agricolo nella località Incidella che nascondeva una grande discarica abusiva le cui dimensioni esatte devono ancora essere definite, e per per adesso interessano un’area di circa due ettari. Con il supporto dei colleghi del Comando tutela ambientale - Centro elaborazione dati di Napoli, e utilizzando per questo tecnologie modernissime di rilevamento, i militari del Noe bresciano hanno in un primo tempo effettuato carotaggi e rilevazioni geofisiche sull’area sospetta cercando anomalie magnetiche legate al deposito di materiali, attuando così il progetto finanziato del ministero dell’Ambiente per l’individuazione dei tanti siti avvelenati esistenti sul territorio nazionale. Poi, avuta la conferma dei sospetti, sono passati a una vera attività di scavo che ha scoperchiato l’ennesima pattumiera.

NEL CAMPO della località Incidella qualcuno aveva seppellito per chissà quanto tempo scarti inerti derivanti da demolizioni edilizie, quantità di pneumatici usati finiti sotto terra anziché nei centri di smaltimento e, in onore a una «tradizione» metallurgica tutta bresciana, anche rottami ferrosi. È sostanzialmente solo l’inizio, perché oltre alla delimitazione dell’effettiva estensione della discarica abusiva è necessario verificare anche l’eventuale livello di inquinamento del terreno che l’ha accolta. Per questo il personale del Noe ha effettuato prelievi di terra poi inviati ai laboratori dell’Arpa perché si verifichi la possibile contaminazione da metalli pesanti e da idrocarburi, abbastanza frequente nei casi di sepoltura di rottami.

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