Tiro a segno fuorilegge: nel Bresciano è strage di rapaci

di P.BAL.
Un ibis sacro preso a fucilateUno dei tanti gheppi sparatiTra le tante vittime delle doppiette anche questo gufo comune
Un ibis sacro preso a fucilateUno dei tanti gheppi sparatiTra le tante vittime delle doppiette anche questo gufo comune
Un ibis sacro preso a fucilateUno dei tanti gheppi sparatiTra le tante vittime delle doppiette anche questo gufo comune
Un ibis sacro preso a fucilateUno dei tanti gheppi sparatiTra le tante vittime delle doppiette anche questo gufo comune

La stagione venatoria bresciana che si è conclusa da due settimane rischia di passare alla storia come una delle peggiori degli ultimi anni. Centinaia i verbali per violazioni di tipo penale compilati da carabinieri forestali e agenti della polizia provinciale, e tanti anche i bresciani denunciati fuori provincia dalla Lombardia alla Calabria. Nell’elenco degli illeciti, oltre all’abbattimento della piccola avifauna protetta, all’uso sistematico di richiami elettroacustici e al ricorso a reti e trappole, c’è anche il tiro a segno ai rapaci. TANTI RAPACI, diurni e notturni, presi a fucilate in ogni angolo della provincia. Dal 17 settembre 2017, data di apertura della stagione venatoria, alla chiusura del 31 gennaio il solo servizio di salvataggio che fa capo al Nucleo ittico- venatorio della Polizia provinciale ha recuperato ben 45 esemplari, in non pochi casi deceduti successivamente o irrecuperabili alla vita selvatica per via delle ferite riportate; certamente solo una parte di quelli effettivamente centrati dai pallini, dato che molti uccelli colpiti non vengono mai ritrovati. Neppure uno spicchio del territorio provinciale è stato risparmiato dal fenomeno: falchi e gufi sono finiti nel mirino in tutte e tre le valli, dall’alto Garda alla Valtenesi, dalla Bassa alla Franciacorta e anche nell’hinterland cittadino e nello stesso Comune di Brescia. Doppia la destinazione degli uccelli feriti: il Centro recupero animali selvatici gestito dal Wwf a Valpredina (Bergamo) e il Cras del Parco dell’Adamello di Paspardo, in Valcamonica. A occupare la testa della classifica dei rapaci abbattuti sono le 13 poiane ritrovate qua e là dopo aver incassato una scarica di pallini, seguite nell’ordine da 11 esemplari di sparviere, da 10 gheppi, da quattro falchi pellegrini, da un lodolaio e da due gufi comuni. Nell’elenco anche quattro civette comuni, tutte catturate dai «sep», le diffusissime mini tagliole per la cattura (illegale) dei piccoli uccelli insettivori. OLTRE che degli uccelli da preda - tutte le specie sono particolarmente protette dalla normativa nazionale, europea e regionale, e ben distinguibili in volo anche da un profano - il servizio di soccorso si è occupato di quattro aironi e pure del bellissimo ibis sacro che campeggia in una delle foto a corredo di questo servizio: una specie di origine africana che da anni si sta diffondendo anche in Italia settentrionale, nelle risaie e nei prati umidi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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