«Un’infezione all’insegna di anomalie e punti oscuri»

di C.REB.
Ovidio Brignoli
Ovidio Brignoli
Ovidio Brignoli
Ovidio Brignoli

In questa «epidemia inedita a livello mondiale», come è stata definita dall’Istituto superiore della Sanità, per ora sembra esserci una sola certezza: una delle fonti di diffusione della legionella è rappresentata dalle torri di raffreddamento di alcune aziende. Ma ci sono ancora molti punti oscuri. «C’è una concentrazione di strane e anomale coincidenze - commenta Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società italiana di medicina generale, la Simg -. Qui non ci troviamo di fronte a un focolaio unico, che cresce e si diffonde, ma a diversi punti di contaminazione, e per giunta in contemporanea. Bisogna interrogarsi su questo fenomeno assolutamente irrituale». La legionella prospera nell’acqua stagnante, nelle condotte, nelle tubature; soprattutto in quelle lunghe in cui si verificano ristagni di liquido che poi si nebulizza. «Più le gocce sono piccole e più elevato è il rischio - afferma Brignoli -. Quello che sorprende nel caso dell’epidemia che ha colpito molti paesi della Bassa bresciana sono appunto le modalità, il multifocolaio». SECONDO il vicepresidente della Simg «non siamo ancora arrivati alla soluzione definitiva del problema. Occorrerà indagare a fondo, senza tralasciare ipotesi che al momento sembrano tramontate». Il riferimento è ai corsi d’acqua e alle fonti di inquinamento presenti nei territori interessati dall’epidemia della polmonite. «Per ora possiamo dire che registriamo questo fenomeno - conclude -. Sicuramente diventerà un caso di studio. Ci potrebbe essere ancora qualche problema che non siamo ancora riusciti a individuare». Per questo sarà fondamentale anche stabilire se tutti i 405 casi di polmonite batterica sono stati provocati dalla legionella che al momento è pari a circa il 10 per cento del totale, un caso su dieci insomma. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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