Cento anni
e la patente
in tasca

Vigilio Pedersoli  si è tolto anche lo sfizio di andare in televisione
Vigilio Pedersoli si è tolto anche lo sfizio di andare in televisione
Vigilio Pedersoli  si è tolto anche lo sfizio di andare in televisione
Vigilio Pedersoli si è tolto anche lo sfizio di andare in televisione

Luciano Ranzanici

Ha idealmente superato il traguardo del secolo di vita sfrecciando al volante della sua mitica Renault 5. Vigilio Pedersoli è il decano dei patentati bresciani. Il permesso di guida in verità è arrivato a scadenza, e lui non lo rinnoverà. Ma non perchè non abbia le attitudini psicofisiche richieste. «Ho appeso il volante al chiodo per scelta, non per forza maggiore: troppo traffico, troppe persone distratte dallo smartphone, troppi automobilisti della domenica», dice lui con la carica di ironia che lo contraddistingue da sempre.

Due settimane fa si è tolto anche lo sfizio di andare in televisione per sostenere durante il collegamento in diretta in piazza Generale Ronchi la squadra di Breno impegnata nel programma di Rai 2 «Mezzogiorno in famiglia».

Pedersoli, cento anni compiuti il 9 ottobre, nell’occasione ha fornito un saggio della sua lucidità e della sua memoria declamando per i telespettatori della Rai un brano del Quinto canto dell’Inferno della Divina Commedia di Dante. La memoria è del resto la migliore qualità di Vigilio del «Dosso», il suo rione, anche se ormai trascorre le proprie giornate al Lanico di Malegno, a casa della figlia Maria Michela, che lo accudisce con tanto amore.

L’ALBUM DI RICORDI del centenario è scandito da emozioni nitide, come quelle legate alla moglie Mariarosa Fanti che lo ha lasciato nel 2003, e di esperienze terribili come la dura prigionia in India, dopo essere stato catturato dagli inglesi. Il suo giudizio sull’Italia di allora è tranciante: «Prima siamo stati nemici e poi alleati degli inglesi, noi italiani eravamo fatti così, pronti a salire sul carro dei vincitori. Ed io mi sono fatto tanti anni di prigionia…».

Vigilio ha saputo destreggiarsi fra le curve e le strettoie della vita, come sulla strada reale: è stato un guidatore provetto. In 82 anni di guida, mai un incidente, mai una multa neppure per divieto di sosta.

Lo certifica Pietro Bellandi nella duplice veste di amico ed istruttore di scuola guida di Vigilio. «Un automobilista modello - racconta Bellandi -: tanto per esemplificare, ad ogni sorpasso azionava rigorosamente la freccia di sinistra e poi, al rientro nella sua corsia, quella di destra». L’auto ha avuto un’importanza fondamentale nella vita di Vigilio, che negli anni ‘50 entrò in società con i fratelli Martino, Giovanni e Girolamo nella gestione della centenaria macelleria di via Garibaldi, proprio sull’uscio del «Villaggio Pedersoli».. Qui si produceva, e si produce, la celebrata salsiccia di castrato, la più prestigiosa DeCo di Breno, «inventata» da Pietro Rizzieri alla fine del 1800, che ne spiegò la ricetta a Giovanni.... «naturalmente» Pedersoli. Il «signur del Dos» (così era chiamato) la preparò da allora per una clientela più ampia, «esportandola» in un territorio che si estendeva da Lovere a Edolo. Ed era proprio Vigilio ad effettuare la consegna del gustoso insaccato alla clientela, al volante di una Fiat Giardinetta.

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