Champions
dello spiedo,
affare di famiglia

di Luciano Scarpetta
L'agguerrita formazione di Tremosine che ha monopolizzato il podio della Champions dello spiedo
L'agguerrita formazione di Tremosine che ha monopolizzato il podio della Champions dello spiedo
Tutti pazzi per lo spiedo

Luciano Scarpetta È sempre atavico il legame che unisce la provincia di Brescia con lo spiedo, piatto unico ed inimitabile, tramandato da generazioni e decantato dai cultori della cucina tipica per la ritualità dei gesti ancor prima che dal palato. L’ennesima riprova, se ce ne fosse ancora bisogno, è andata in scena ieri all’ex pattinodromo di Toscolano dove si è consumata, in tutti i sensi, la pantagruelica «Champions» dello spiedo. Più che una gara una liturgia, partecipata da 400 estasiati commensali, e officiata da 20 coppie di maestri dello schidone provenienti da ogni angolo della provincia con la «romantica» contaminazione di bresciani «emigrati» arrivati da ogni parte del Nord Italia. È IL CASO DI SILVIO Piccinelli e del figlio Giuseppe, spiccata cantilena veneta, affinata durante la lunga residenza a Martellago, ma orgogliose origine franciacortine essendo la famiglia di Capriolo. «Siamo partiti alle quattro per arrivare sul Garda alla gara: l’accento è andato ma non la tradizione per il piatto simbolo della nostra terra», chiarisce Silvio rivendicando la sua brescianità. Poco distante annuisce Dario Zanca, salodiano trapiantato a Mantova dal ’92, presente alla disfida con la moglie Agnese «per continuare la tradizione di famiglia e gli insegnamenti di mia madre. Peccato per gli uccelli adesso vietati – osserva -, un vero delitto per i cultori dello spiedo bresciano». È partito all’alba da Cornaredo anche Fiorenzo Samuelli in compagnia della figlia Sara e un nutrito gruppo di amici per accendere le sue braci sul promontorio. Nativo della frazione collinare di Liano a Gargnano, Fiorenzo è residente da 65 anni nel milanese ma «il richiamo per lo spiedo e il mio lago era troppo forte: ieri sera a mezzanotte stavamo finendo di spiedare e alle 4.30 siamo partiti alla volta di Toscolano». Per tutti i concorrenti niente concessioni alla fantasia. Lo spiedo preparato è nel solco della più classica tradizione con prese di pollo, maiale, coniglio, patate, burro e salvia. Alla parola «patate», ingrediente rigorosamente bandìto dagli spiedi della Bassa, scuote la testa sorridendo Francesco Borracino di Padernello, in gara questa volta con la fidanzata Margherita. Ha imparato in ogni caso subito a far di necessità virtù, vincendo la prima edizione e classificandosi terzo lo scorso anno. Tre squadre arrivano da Cigole, in pratica tutta la Pro loco con Davide Pietta, Paolo Geroldi e Giordano Fedrici, Silvia Bianchi e Franco Avanzini, Ilario Rossi e Alessandro Capirola, guidati dal presidente Mario Basseni e dal sindaco (con casa a Toscolano) Marco Scartapacchio. L’alto Garda è rappresentato da tre squadre di Tremosine (Sergio Rossi e Gil Scalmazzi, Manuel «Zambo» Arrighini e Ivan Corradi, Marcello Pettini con il figlio Andrea). Quattro le coppie di Toscolano: Mattia Zanini e Massimo Baroldi, Marzio Bianchi e Pietro Andreis, i fratelli Ruggero e Alessandro Samuelli con Alessandro Marchetti e Cristian Cobelli. A tenere alta la bandiera di Polpenazze Maurizio Stuto e il figlio Lorenzo. In gara da Vestone Marco Scaglia con la moglie Ada, e da Sale Marasino Valerio Pezzotti con la coniugeElena. E ancora: da Cedegolo arrivano Cristian Zaina e Riccardo Mottinelli mentre Idro è rappresentato da Davide Giori e il cognato Nicola Aiello. C’è anche Roè Volciano con Luigi De Micheli. La maratona finale degli assaggi premia Tremosine che celebra i suoi maestri sul podio rispettivamente al primo e terzo posto con le coppie Rossi-Scalmazzi e Arrighini-Corradi. Al secondo posto Toscolano con i fratelli Ruggero e Alessandro Samuelli. Ma è stata soprattutto la festa dello spiedo, glorificata fino a tarda sera tra decine di brindisi, sorrisi e pacche sulle spalle. •

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