«Delusa dalla sentenza
ma per fortuna c’è anche
una giustizia divina»

La casa teatro dell’omicidio è ancora sotto sequestro giudiziario
La casa teatro dell’omicidio è ancora sotto sequestro giudiziario
La casa teatro dell’omicidio è ancora sotto sequestro giudiziario
La casa teatro dell’omicidio è ancora sotto sequestro giudiziario

«Sarà Dio a giudicare, certo non siamo soddisfatti della sentenza». Iole Simonini, mamma di Simona massacrata a calci e pugni dal convivente commenta così il verdetto che ha condannato a 20 anni Elio Cadei, giudicato responsabile dell’omicidio. «Sono delusa e amareggiata ma per fortuna c’è anche la giustizia divina», aggiunge Giulia Simonini presente in aula con il marito Angiolino che dopo la lettura della sentenza ha sussurrato: «Così l’hanno uccisa un’altra volta».

NEL BORGO DI ZURANE, teatro del femminicidio, c’è poca voglia di parlare, ma chi lo fa legge nel pronunciamento dei giudici «troppa indulgenza. Simona ha subito un supplizio - osserva un’amica della famiglia Simonini -: vent’anni di carcere per un omicidio così efferato sono pochi, anche perchè con il sistema giudiziario la pena non viene scontata fino in fondo».

UN ALTRO RESIDENTE del quartiere di via Regina Elena, dove la casa scenario dell’omicidio è ancora sotto sequestro, sottolinea: «È stata una tragedia annunciata. Sapevamo tutti che sarebbe finita così, ma nessuno è stato in grado di fare qualcosa. Penso che se e quando il responsabile della morte di Simona prenderà consapevolezza di quello che ha fatto subirà la pena peggiore che può essere riservata a una persona: il rimorso». Il sindaco di Provaglio d’Iseo Marco Simonini, parente della vittima, non commenta anche se si lascia sfuggire: «Nelle condizioni in cui si trova Elio Cadei vent’anni da passare in carcere non sono poi tanto pochi».

«Le sentenze vanno accettate - afferma invece Viviana Beccalossi nella duplice veste di assessore regionale al Territorio ed esponente di Fratelli d’Italia -. Ma non posso nascondere il rammarico per una condanna che, seppur pesante, può essere letta come l'ennesima occasione perduta. L'ergastolo sarebbe stata la pena esemplare per dare un segnale forte a chi commette un reato odioso quale il femminicidio». G.C.C.

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