«Depuratore del Garda, il progetto è monco»

di Luciano Scarpetta
Il depuratore di Limone e Tremosine non prevede collegamenti alla mega rete di collettamento del lago
Il depuratore di Limone e Tremosine non prevede collegamenti alla mega rete di collettamento del lago
Il depuratore di Limone e Tremosine non prevede collegamenti alla mega rete di collettamento del lago
Il depuratore di Limone e Tremosine non prevede collegamenti alla mega rete di collettamento del lago

Il mega depuratore del Garda potrebbe trasformarsi in un buco nell’acqua dal punto di vista ambientale per colpa di seimila metri di tubazione dimenticate o meglio al momento ignorate dal progetto. A lanciare l’allarme a margine del vertice degli amministratori dei Comuni bresciani coinvolti nell’operazione da 220 milioni di euro è stato l’altro giorno il sindaco di Tremosine, paese che insieme al confinante Limone viene servito dal micro-impianto costruito in regime di concessione per Garda Uno in una galleria.

INAUGURATO nel luglio del 2012 in un tratto dismesso dall’Anas compreso fra il lago dei Minatori e lo scarico della centrale Enel, il depuratore è in grado di gestire i reflui fognari di 28 mila persone in un bacino però dove i flussi turistici creano enormi escursioni di abitanti fra un periodo e l’altro dell’anno. «Proprio a causa dei picchi durante la bella stagione - ammette il sindaco di Tremosine Battista Girardi - l’impianto mostra già delle lacune: nel periodo estivo a causa del notevole aumento della popolazione, l’impianto va in apnea». Come le persone in transito nel tratto di galleria della strada Gardesana che affianca in tunnel dismesso che ospita il depuratore, costrette a turarsi il naso a causa dei miasmi sprigionati dalle tubature.

«Sarebbe clamoroso - avverte Girardi -, che un’opera da 186 chilometri di tubazioni non contemplasse anche i 6 mila metri che separano l’impianto in galleria dalle nuove tubature nella zona di Tignale: a livello di costi non cambierebbe nulla ma sarebbe vitale a livello di garanzia delle acque del lago di Garda». L’alternativa sarebbe lasciare aperta una smagliatura nella rete di depurazione con il pericolo in caso di avaria del depuratore di Limone e Tremosine di vedere percolare le acque nere direttamente nel lago come accaduto in passato a Campione. Ma l’aggancio al mega depuratore eviterebbe anche altri problemi. Emblematici a questo proposito l’emergenza scattata quattro anni fa quando due frane bloccarono l’impianto. Al momento però non c’è traccia dell’allaccio di emergenza nell’operazione del collettore del lago 2.0 che prenderà avvio domani con una missione al ministero dell’Ambiente.

«C'EST L'ARGENT qui fait la guerre», direbbero i francesi e proprio per reperire i fondi necessari alla realizzazione del progetto delle nuove opere di depurazione e collettazione benacensi, Mariastella Gelmini, presidente della Comunità del Garda, sarà accompagnata in delegazione a Roma da una rappresentanza di amministratori gardesani, dal comitato di gestione di Ats con i sindaci di Salò Gianpiero Cipani e di Padenghe Patrizia Avanzini oltre al presidente di Garda Uno Mario Bocchio, che con l’Azienda Gardesana servizi, società concessionaria del servizio idrico integrato per la sponda veronese, ha redatto del progetto del nuovo collettore.

In vista del vertice, venerdì pomeriggio nella sede della Comunità del Garda si è consumato il «serrate le fila» tra i rappresentanti del Garda bresciano e mantovano.

Un’occasione per ribadire che l’obiettivo della salvaguardia delle acque del lago è più urgente delle piste ciclabili e delle problematiche legate alla viabilità sulla Gardesana.

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