Depuratori,
il Chiese è un
fiume di rabbia

di Alessandro Gatta
«No al deturpatore»: sul Chiese è  viva l’opposizione al progetto
«No al deturpatore»: sul Chiese è viva l’opposizione al progetto
«No al deturpatore»: sul Chiese è  viva l’opposizione al progetto
«No al deturpatore»: sul Chiese è viva l’opposizione al progetto

Al di là delle spiagge e delle colline, la delusione dei comitati è grande: per toccare con mano la rabbia e lo sconforto basta percorrere appena qualche chilometro, spostandosi dalla riviera del Garda alle sponde che costeggiano il fiume Chiese, dove si vogliono realizzare i nuovi depuratori per il Benaco, ormai quasi ufficialmente localizzati a Gavardo e a Montichiari.

SI SENTONO TRADITI i comitati di Gavardo e di Muscoline a cui fanno riferimento molte persone di tutti i paese sull’asta del fiume: le sensazioni di frustrazione che traspaiono dal fronte valsabbino che contesta il progetto per i nuovi depuratori, a meno di 24 ore dalla riunione in Comunità del Garda da cui sarebbe ormai emersa la decisione irrevocabile. Il collettamento e la depurazione dell’alto lago a Gavardo, quello del Basso Garda a Montichiari: così è stato detto, ma il Chiese non ci sta. «Siamo sconcertati per quanto è stato detto - fanno sapere dal comitato Gaia, fondato a Gavardo e molto attivo su quyesto fronte sin dalle prime battute del confronto -: fino ad oggi avevamo sempre confidato nella volontà di trovare un compromesso di solidarietà tra le esigenze di tutela del lago e quelle di salvaguardia dell’ecosistema del Chiese, mettendo in campo l’unica vera proposta percorribile: separare il luogo dove si depureranno le fogne, da localizzare sul lago, e gli scarichi depurati invece in un recettore idoneo».

IL COMITATO GAIA chiede di essere ascoltato: «A questo punto possiamo solo sperare che la nostra richiesta di un incontro urgente, con il presidente della Provincia Samuele Alghisi, venga finalmente accolta. Se invece non esiste possibilità di confronto, e l’unica proposta è di accettare l’elemosina che chiamano compensazioni, allora - fa sapere Gaia - rispondiamo che la salute, l’ambiente e la dignità non sono in vendita».

INTANTO in poco più di una settimana sono state raccolte più di un migliaio di firme, per contestare le due localizzazioni di progetto più gettonate, Gavardo e Muscoline. L’iniziativa da qualche giorno coinvolge anche le numerose associazioni del Tavolo del Chiese e del lago d’Idro. Nel merito della questione interviene anche il comitato Muscolin&Ambiente: «Appare bizzarro che un ente pubblico spenda 20 mila euro per una valutazione scientifica salvo poi giudicare determinanti 2 dei 4 criteri utilizzati dagli esperti – scrivono gli ambientalisti, a margine dell’articolo di Bresciaoggi che ha pubblicato il documento di Acque Bresciane sulle ipotesi di progetto per il depuratore -. E poi ci chiediamo cosa s’intenda per malfunzionamenti, quando si scrive che a Gavardo l’impianto avrebbe lo scarico nello stesso punto del nuovo depuratore intercomunale: forse sversamenti di liquami a luglio, col fiume in secca? E come mai nei primi scenari ipotizzati si scrive che durante il periodo estivo non si può scaricare nel fiume, per le scarse portate, mentre per Muscoline o Gavardo si può sempre scaricare nel Chiese?».

C’È UN AFFONDO politico, in risposta a Maria Stella Gelmini, che nel definire «tecnica» la questione dei depuratori aveva anche definito inutile scendere in piazza con i bambini: «Ci vogliono delegittimare .- risponde il comitato di Muscoline - bollandoci come ambientalisti di facciata, quelli che portano i figli alle manifestazioni. Non è corretto, diciamo all’onorevole Gelmini: questo non è un social, noi siamo persone in carne e ossa, e questo è il luogo in cui viviamo».

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