Aggredisce l’ex fidanzata, finisce in carcere

di Alessandro Gatta
Ancora un caso di violenza ai danni di una donna: l’ex fidanzato è stato arresato e poi messo ai domiciliari
Ancora un caso di violenza ai danni di una donna: l’ex fidanzato è stato arresato e poi messo ai domiciliari
Ancora un caso di violenza ai danni di una donna: l’ex fidanzato è stato arresato e poi messo ai domiciliari
Ancora un caso di violenza ai danni di una donna: l’ex fidanzato è stato arresato e poi messo ai domiciliari

La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: un’aggressione evitata d’un soffio, ma chissà a che cosa avrebbe potuto portare. Il culmine di un’ossessione durata mesi, fatta di minacce al telefono e sul «campo» dentro e fuori dal bar: è stato fermato appena in tempo dagli agenti del Commissariato di Desenzano, che l’hanno bloccato e arrestato. E così in manette è finito un bresciano di 62 anni, residente in paese: l’arresto è stato convalidato lunedì, il tribunale ha disposto i domiciliari.

LA VITTIMA è la sua ex fidanzata, con cui era socio in affari, una donna di 43 anni anche lei residente a Desenzano: insieme hanno gestito per lungo tempo un noto locale del centro. Ma qualcosa si è rotto, la scorsa estate. La loro storia finisce: lui non lo accetta, ferito nell’orgoglio e forse posseduto dalla gelosia.

La pedina per mesi, la minaccia davanti a tutti, al bar e in mezzo alla strada, senza mai preoccuparsi dei testimoni. Un comportamento davvero al limite, che l’aveva portato a meritarsi un primo ammonimento da parte della Questura, sul finire di dicembre.

POCHI GIORNI fa l’agguato: si presenta ancora una volta nel locale che avevano gestito insieme. Per lui un’occasione da non perdere: il bar vuoto e già chiuso, la serranda abbassata a metà. Varcato la soglia e se la trova davanti, sola: la minaccia e cerca di aggredirla. Con grande prontezza di riflessi la donna riusce a scappare, a rifugiarsi in una zona sicura e a chiamare il 112.

In pochi attimi sul posto arriva una volante del Commissariato: gli agenti lo ammanettano, un paio di notti in carcere a Canton Mombello e poi la convalida con l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari. La donna racconta di «comportamenti violenti e vessatori», si legge in una nota del Commissariato «che le avevano procurato timore per la propria incolumità e grave disagio psichico e fisico».

Poi arriva l’ammonimento del Questore, che purtroppo non ha fatto desistere l’ex. Fino alla goccia, che ha fatto traboccare un vaso colmo di rabbia: l’aggressione nel bar che era stato il simbolo della loro relazione.

Tante tessere che vanno a comporre un puzzle complesso, fatto di indagini minuziose e testimonianze decisive. E quando la prevenzione non basta, allora servono le manette.

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