Amianto e rifiuti, l’emergenza diventa doppia

di A.GAT.
Rifiuti in zona via X  GiornateLa discarica a cielo aperto di via Levrini, sulla strada per Carzago
Rifiuti in zona via X GiornateLa discarica a cielo aperto di via Levrini, sulla strada per Carzago
Rifiuti in zona via X  GiornateLa discarica a cielo aperto di via Levrini, sulla strada per Carzago
Rifiuti in zona via X GiornateLa discarica a cielo aperto di via Levrini, sulla strada per Carzago

Storie di amianto a Soiano, da una parte all’altra del paese: storie che sembrano destinate a un dovuto e doveroso lieto fine, ma su cui purtroppo non mancano spunti di amara riflessione. La più chiacchierata è sicuramente in via X Giornate, sulla strada che porta a Manerba (a due passi dal golf): qui il dibattito si è consumato per mesi, anche in consiglio, sull’amianto che ricopriva i vecchi capannoni (6000 metri quadri), scatenando liti nella maggioranza che poi si separerà. Visti i ritardi nella rimozione privata, il Comune con una variante era disposto a pagare di tasca propria: la variante non è mai passata, ma per fortuna di recente i privati quell’amianto l’hanno rimosso, recintando l’area per una definitiva messa in sicurezza. Risultato raggiunto, insomma, ma con un’amara scoperta: nelle zone limitrofe, dove scorre anche una roggia, gli incivili con il tempo ci hanno ricavato una piccola discarica abusiva, e ancora oggi vi si trova di tutto. Rifiuti domestici e da lavoro, perfino un divano: e sul tema dello smaltimento illecito piovono segnalazioni, nelle campagne e in mezzo ai boschi. C’erano anche degli accumuli sospetti di sfalci del verde, alla fine di via Monticelli: pare che la cosa sia già stata segnalata anche alle Guardie ecologiche provinciali. UN SALTO di un paio di chilometri, dall’altra parte del paese: via del Gambinale, traversa della strada per Carzago. Qui i residenti che abitano in una casa colonica convertita a unità abitativa (cinque le famiglie) da anni convivono con il problema dell’amianto: una copertura di diversi metri quadrati (forse un centinaio) parte di una proprietà privata che confina proprio con le loro abitazioni. Anche qui si avvicina il lieto fine: pare che la casa fosse di una proprietà irreperibile, ma che adesso sia stata venduta e presto sarà bonificata. Ma pure in questo caso l’amaro in bocca rimane: i residenti si dicono «traditi» dagli uffici comunali, che per ben due volte in due anni e mezzo (e con due sindaci diversi) avrebbero liquidato la contestata copertura come una tettoia in fibrocemento e non in amianto. Circostanza poi smentita. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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