Arco e frecce per la caccia ai cinghiali: c’è il primo sì

di L.SCA.
Cinghiali: primo sì ad arco e frecce
Cinghiali: primo sì ad arco e frecce
Cinghiali: primo sì ad arco e frecce
Cinghiali: primo sì ad arco e frecce

Ridurre la popolazione dei cinghiali non solo a fucilate, ma anche con arco e frecce. L’altro ieri il Consiglio regionale lombardo ha approvato su iniziativa della Lega (primo firmatario il consigliere Paolo Ghiroldi), la proposta per attuare la selezione del suide anche con questo strumento. IL DOCUMENTO sui «nuovi metodi per il controllo delle popolazioni» è stato votato a parti separate su espressa richiesta del Partito Democratico, che sull’utilizzo dell’arco, ha votato contro. Ora le misure dovranno ricevere il via libera della giunta regionale: in tal caso potranno utilizzare l’alrco non solo i cacciatori autorizzati, ma anche gli operatori della Polizia provinciale che svolgono i piani di contenimento e anche i proprietari dei fondi agricoli. Le misure approvate per combattere l’eccessiva proliferazione di questa specie che negli ultimi anni ha acquisito i connotati di una vera e propria emergenza, contengono anche la possibilità degli abbattimenti all’imbrunire, «al fuori degli orari e dei giorni previsti dalla normativa nazionale per la caccia». Così come l’attivazione con i parlamentari del territorio per modificare la legge vigente e far riconoscere la figura dell’«operatore volontario», ovvero un cacciatore appositamente formato per i contenimenti con la supervisione degli agenti di Polizia provinciale. Una lotta che, secondo l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Fabio Rolfi, va fatta preventivamente dopo i casi di peste suina registrati in alcuni Paesi europei, che hanno visto i cinghiali come veicolo di trasmissione. •

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