«Artigiani digitali», Lonato è già nel futuro

di Alessandro Gatta
I sei «artigiani digitali» del laboratorio Rad Hub aperto a Lonato Il presidente dell’Aib Marco Bonometti davanti all’auto in plexiglass
I sei «artigiani digitali» del laboratorio Rad Hub aperto a Lonato Il presidente dell’Aib Marco Bonometti davanti all’auto in plexiglass
I sei «artigiani digitali» del laboratorio Rad Hub aperto a Lonato Il presidente dell’Aib Marco Bonometti davanti all’auto in plexiglass
I sei «artigiani digitali» del laboratorio Rad Hub aperto a Lonato Il presidente dell’Aib Marco Bonometti davanti all’auto in plexiglass

Artigiani digitali. Sembra una contraddizione di termini. Eppure la tecnologia è diventata un fattore di competitività del settore economico più tradizionale. Così, il falegname fa scintille con la stampante 3D, i biglietti da visita vengono griffati con il laser, la «cesellatura» personalizzata dello smartphone diventa il must degli artigiani creativi.

Sono queste solo alcune delle applicazioni «ideate» dal Rad Hub di Lonato, il primo centro di artigianato digitale del Garda: sei ragazzi dai 25 ai 37 anni, tutti gardesani, sono gli artefici della terza rivoluzione industriale. Una scala di produzione individuale: ovvero, l’alta tecnologia non più al servizio della catena di montaggio, ma utilizzata per realizzare prodotti e progetti unici. Tutto comincia da una commistione di competenze (dall’informatico al fumettista) e dalla voglia di rispondere alla crisi inventandosi un lavoro tradizionale e innovativo allo stesso tempo. Un lavoro che ne vale tanti: dal disegno al render al prototipo al prodotto finito. E con infiniti campi di applicazione: il Rad Hub ha accontentato l’acconciatore che sognava spazzole e forbici misura, l’azienda che per una festa a tema aveva bisogno di vassoi di cartone che ricordassero le panchine di New York. Perfino la Omr di Rezzato che per il Motor Show si è fatta fare un’automobile in plexiglass scala 1 a 1. I creativi hanno realizzato planisferi formato gigante personalizzabili con nomi e slogan, il tagliere da cucina su cui incidere di tutto (anche la propria faccia), plastici e planimetrie di case e cantieri, realtà virtuale e realtà aumentata.

«Quello che una volta veniva scolpito a mano – spiega Marco Abate dei Rad – adesso lo facciamo con la tecnologia. Le macchine ci permettono una precisione estrema, ma la rifinitura è ancora manuale». Il «parco mezzi« è più che variegato: dalla sega circolare da classica falegnameria alla stampante 3D autocostruita, passando per uno scanner a 360 gradi in grado di rilevare e riprodurre le forme nello spazio. I work in progress? Una macchina per il taglio laser da 2 metri per 2, e che sarà in grado di incidere legno, plexiglass, pelle, perfino l’acciaio.

IL FUTURO è insomma adesso. «Con la fabbricazione digitale siamo tutti potenzialmente designer e produttori - afferma Giorgio Panighetti, altro componente del team di artigiani digitali -. Basta un’idea per farne un progetto, ed è qui entriamo in gioco noi: aiutiamo il cliente nel costruire quello che vuole davvero, dal render digitale fino al prototipo e al progetto finito». Collaborazione e sinergia: questa è la filosofia dei «maker», gli artigiani digitali. «Il nostro sarà uno spazio aperto, in cui chiunque può fermarsi a creare o a lavorare - afferma Domenico Peluso -. E poi corsi e workshop, ma sempre fedeli alla linea: noi non vendiamo la nostra stampante 3D, piuttosto vi insegnamo a costruirla». Ecco il perché del mix di esperienze: «Il lavoro è confronto e crescita. Così noi abbiamo imparato a realizzare cose che mai avremmo creduto di poter fare», conclude Leonardo Bonelli che con Michele Papa e Alessandro Vanessi completa il team.

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