Entra nella chiesa per
rubare: «Arrestato»
dai parrocchiani
In chiesa a quell’ora non doveva esserci nessuno, ma l’oratorio era pieno di ragazzi che si sono accorti di una anomala presenza e lo hanno «affidato» ai carabinieri, non prima di avergli impedito di rubare o di fare danni. IN ARRESTO è finito un cittadino italiano, residente a Desenzano, che nella parrocchiale di Bedizzole domenica sera non era entrato per pregare o confessarsi. L’incontro ravvicinato tra il presunto ladro e i parrocchiani ha vissuto anche attimi concitati, ma niente di violento. «Tra le dieci e le undici di domenica sera - racconta don Franco Dagani - alcuni ragazzi dell’oratorio hanno visto le luci accese in chiesa: il timore di tutti era che ci fosse all’interno qualcuno di non autorizzato». Qualcosa di strano, in effetti: solitamente a quell’orario la splendida chiesa parrocchiale di Bedizzole è chiusa, ma non il vicino oratorio intitolato a San Giovanni Bosco, dove i ragazzi si ritrovano la domenica sera. E sono stati proprio loro a dare l’allarme. «I ragazzi mi hanno chiamato - prosegue nel suo racconto don Franco - e appena siamo andati a controllare abbiamo visto un uomo dentro la chiesa. Uno sconosciuto, che non doveva trovarsi lì». L’intruso, a quanto si è appreso, aveva già messo in subbuglio vari oggetti, probabilmente alla ricerca di qualcosa da rubare, e avrebbe tranquillamente potuto portare a termine questo piano se proprio i ragazzi non lo avessero sorpreso con le mani nel sacco, poco prima che si allontanasse con il bottino. Su quanto è accaduto durante il «faccia a faccia» le versioni divergono: chi dice ci sia stato un vero e proprio scontro fisico, con il ladro a strattonare le persone nel tentativo di aprirsi una via di fuga, chi dice che ci sia stato semplicemente un po’ di parapiglia, dopodiché il ladro sarebbe stato convinto a desistere fino all’arrivo dei carabinieri. IN EFFETTI nessuno si è fatto male: non si lamentano contusi, dunque il faccia a faccia non deve essere stato qualcosa di particolarmente violento o concitato. Anche perché in brevissimo tempo sono arrivati a carabinieri a risolvere la situazione. Meglio così. Anche don Franco su questo aspetto minimizza: «Non sappiamo se si fosse nascosto in chiesa - conclude il parroco - o se fosse entrato dopo la chiusura, ma quando abbiamo visto le luci abbiamo chiamato i carabinieri che l’hanno portato a Desenzano. Quanto alla eventuale refurtiva, niente da rilevare: da qui non ha portato via nulla». L’uomo sarebbe stato processato per direttissima e condannato a sei mesi, pena sospesa con l’obbligo di firma alla Stazione dei carabinieri di Desenzano. •