Cinghiali, già 90 abbattimenti
Ma sulla normativa è il «caos»

di Luciano Scarpetta
La caccia al cinghiale al centro di una controversia giuridica
La caccia al cinghiale al centro di una controversia giuridica
La caccia al cinghiale al centro di una controversia giuridica
La caccia al cinghiale al centro di una controversia giuridica

Abbattere o non abbattere? A quasi due mesi dalla sua approvazione il 21 luglio scorso, continua a far discutere il decreto legge regionale della Lombardia per la «Gestione faunistico-venatoria del cinghiale e il recupero degli ungulati feriti», che è stata impugnata dal Governo.

In attesa dell’udienza, e dell’eventuale sospensiva che i giudici potrebbero concedere sospendendo la validità della norma regionale, ritenuta illegittima dallo Stato centrale, la «caccia libera» con il metodo della braccata dovrebbe iniziare il primo giorno di ottobre anche nella fascia bassa Parco dell’alto Garda. Dove prosegue comunque, intanto, la «normale» attività di abbattimenti avvenuti in seguito a segnalazioni per danni e intrusioni.

IL NUMERO dei capi abbattuti nel Parco da inizio anno ha già superato le 90 unità.

Numerose le segnalazioni soprattutto nelle zone in prossimità delle abitazioni dove le segnalazioni dei cittadini non accennano a diminuire:«Nella fascia alta del parco - è l’analisi dell’ufficio agricoltura della Comunità montana - una zona che comprende i territori di Magasa, Valvestino, Tignale e Tremalzo, sono stati stimati nella scorsa primavera dagli associati del comprensorio alpino di caccia C8, 73 cinghiali: di questi 37 sono già stati abbattuti, sul 70% della soglia consentita (51 capi)».

Il resto dei prelievi è stato portato a termine in questi mesi in diverse battute da un manipolo di agenti della Polizia Provinciale coadiuvati dai cacciatori locali abilitati nella fascia bassa del Parco, sulle richieste di intervento per la presenza di cinghiali vicino alle case e alle strade di principale comunicazione. In questa zona sono stati stimati 252 capi di cui è ammessa la caccia da ottobre a dicembre di 242 cinghiali, il 98% degli esemplari.

Resta il rebus della legge regionale, e non solo perchè è stata impugnata: entro 180 gg dall’entrata in vigore infatti, deve essere deliberata la suddivisione del territorio in aree idonee in cui la presenza del cinghiale è ammessa entro determinate densità di obiettivo, e in aree non idonee in cui la presenza della specie non è ammessa.

UN BEL REBUS in un’area come, quella del Parco dell’alto Garda, dove l’animale scorrazza indistintamente tra la fascia a lago più densamente popolata e i pascoli e le malghe dell’entroterra.

«Le nuove disposizioni regionali - è l’analisi del comandante della Polizia Provinciale Carlo Caromani - non sono di aiuto all’attività di contenimento dei cinghiali, per il semplice motivo che non è possibile confinarli all’interno di aree non delimitate materialmente. Nessun segnale dalla Regione nemmeno sul fronte delle risorse, che oggi come oggi consentono di impiegare solo due agenti su tutto il territorio provinciale, con buona pace di chi vorrebbe eliminare il ruolo dei cacciatori abilitati, il cui supporto in questa situazione è invece indispensabile».

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