Le importanti sfide che attendono nei prossimi anni il Garda, dalla depurazione alla gestione unitaria della risorsa idrica, impongono scelte di grande interesse e iniziative politiche condivise e partecipate. Per questo la Comunità del Garda, passata l’epoca degli abbandoni, torna a raccogliere adesioni di ritorno. Dopo gli ingressi nel 2016 di Sirmione, Lonato, Castelnuovo e Valeggio sul Mincio, c’è l’ufficializzazione del rientro di Peschiera e dell’Unione dei Comuni della Valtenesi.
Segnali di rafforzamento per la Comunità del Garda, presieduta dall’ex ministro Maria Stella Gelmini: a conti fatti rimangono fuori Desenzano nella sponda bresciana del lago, Riva in quella trentina e Lazise sulla sponda veronese, che sono comunque tre dei Comuni più importanti del lago. Desenzano e Lazise fanno comunque parte dell’Ats Garda ambiente, il braccio operativo della Comunità del Garda costituito per reperire i finanziamenti del nuovo depuratore e al rifacimento del collettore.
La riadesione alla Comunità del Garda rimane decisiva non solo per motivi economici (l’ente viene finanziato con le quote dei soci aderenti) ma soprattutto politici: «Evidente - ha ribadito Gelmini all’ultima assemblea generale - la necessità di armonizzare le scelte politiche e amministrative che riguardano il territorio benacense, in modo permanente e continuativo. Per questo nel primo anno di mia presidenza si è cercato di riposizionare la Comunità del Garda non come ente sovraccomunale ma intercomunale, un riferimento e un raccordo tra i Comuni per le grandi questioni strategiche del Garda». L.SCA.