Condotta stritolata dalla chiatta sotto la lente dei sommozzatori

I sub  hanno ispezionato l’intero tratto della  tubatura alla ricerca di eventuali fenditure o lesioni I sommozzatori si preparano all’immersione nelle acque del lago Per l’intera giornata si sono susseguite le ricognizioni subacquee
I sub hanno ispezionato l’intero tratto della tubatura alla ricerca di eventuali fenditure o lesioni I sommozzatori si preparano all’immersione nelle acque del lago Per l’intera giornata si sono susseguite le ricognizioni subacquee
I sub  hanno ispezionato l’intero tratto della  tubatura alla ricerca di eventuali fenditure o lesioni I sommozzatori si preparano all’immersione nelle acque del lago Per l’intera giornata si sono susseguite le ricognizioni subacquee
I sub hanno ispezionato l’intero tratto della tubatura alla ricerca di eventuali fenditure o lesioni I sommozzatori si preparano all’immersione nelle acque del lago Per l’intera giornata si sono susseguite le ricognizioni subacquee

Luciano Scarpetta Ci vorranno almeno 48 ore per esaminare tutti i filmati ed elaborare i dati raccolti ieri mattina durante le ispezioni subacquee alla conduttura rimasta in pressione un paio di settimane (o forse più) dal peso della chiatta affondata davanti al porto del Casinò di Gardone Riviera. «USANDO e sottolineando il verbo al condizionale – ha ammesso a fine giornata il tecnico responsabile delle reti di Garda Uno Alessandro Andreatta –, parrebbe dalle prime ispezioni visive che la tratta non sia messa così male: nelle prossime ore i tecnici della Carmar sub di Ancona, ditta specializzata nella misurazioni dello spessore delle condotte in profondità, in pratica gli stessi tecnici che nei mesi scorsi hanno ispezionato il tratto della tubatura sublacuale Maderno-Torri, scaricheranno i filmati e elaboreranno le misurazioni effettuate durante la giornata di immersione sulla porzione coinvolta nell’affondamento della bettolina da carico». Ieri mattina il check up al collettore è iniziato con un briefing sul molo del porto alle 8.30 con la presenza del tecnico reti di Garda Uno Alessandro Andreatta, il responsabile della Carmar sub di Ancona e due sommozzatori della Athos Diving Group di Malcesine. Proprio questi ultimi si sono immersi mezz’ora più tardi a ripulire dalla fanghiglia cinque metri sia a valle che a monte della tubatura nel punto maggiormente sollecitato dal contatto con la chiatta. «Poi – spiegano i sub – abbiamo posizionato una serie di fascette distanti mezzo metro una dall’altra in una decina di punti per agevolare il compito dei colleghi di Ancona che si immergeranno più tardi ad eseguire i rilievi». IN UN PRIMO MOMENTO si era pensato di sollevare la condotta con dei palloni gonfiabili, quel tanto che basta per ispezionarla anche la zona di tubatura a contatto con il fondale, ma poi il progetto è stato prudenzialmente accantonato. «Il timore è che possa essersi “stirato” il tubo di polietilene – spiega dalla banchina Andreatta buttando nervosamente l’occhio nel tratto di lago dove sotto a circa trenta metri di profondità, stanno operando i sub –: stiamo parlando di una conduttura del diametro di una quarantina di centimetri e spesso 15,3 millimetri. All’epoca nel 1985, era stato progettato per resistere fino a sei atmosfere». Alla resa dei conti, a quanto lavora la condotta ad esempio proprio in questo periodo di bassa stagione quando trasporta in pressione da Salò a Maderno 90 litri di reflui al secondo? «Nel periodo invernale – spiega Andreatta – siamo a 0,8 atmosfere mentre in estate si raddoppia a 1,5 atmosfere». INTORNO A MEZZOGIORNO, dalle brume del lago si è materializzata Volga 2526, l’imbarcazione dei Volontari del Garda partita dal porto di Dusano con a bordo i due sub della Carmar: tre quarti d’ora più tardi sono scesi in acqua con casco dotato di telecamera e telefono subacqueo per comunicare con la superficie. Mentre venivano effettuate le misurazioni allo spessore della condotta, gli altri due sub della Athos hanno misurato il diametro della tubatura in diversi punti per verificare la possibile tensione della stessa. Nel pomeriggio i rilievi subacquei hanno interessato le flange metalliche sulle quali era originariamente collocata la condotta, sia nella zona sud, verso la Torre San Marco, sia a nord, verso Fasano. «Spettatrice» ora non più interessata, la chiatta gialla con il suo carico di laterizi. Scartata definitivamente l’ipotesi di uno «scavallamento» della tubatura sulla barca per riposizionarla da 30 a 12 metri di profondità. Troppo rischioso. Rimarrà adagiata sul fondale, come anticipato ieri, imprigionata con dei collari di ancoraggio. «Pensare che se non ci avvertivano i sub amatoriali scesi in acqua due domeniche fa – conclude Andreatta – probabilmente ci saremmo accorti che la bettolina interferiva con la condotta soltanto a gennaio, in occasione delle ispezioni periodiche programmate alla condotta». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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