Contro la Tav una valanga di ricorsi

di V.R.
Contro la Tav non solo cortei: ci sono ancora sei ricorsi pendenti
Contro la Tav non solo cortei: ci sono ancora sei ricorsi pendenti
Contro la Tav non solo cortei: ci sono ancora sei ricorsi pendenti
Contro la Tav non solo cortei: ci sono ancora sei ricorsi pendenti

«La nostra battaglia legale non è finita: ci sono ancora sei ricorsi pendenti al Tar del Lazio e siamo pronti, appena sarà depositato, a impugnare il progetto esecutivo». Lo fanno sapere tramite il loro legale, avvocato Fausto Scappini, i comitato No Tav di Brescia e Verona e tutto il vasto fronte del «no» che comprende associazioni e consorzi, Comuni come quello di Desenzano, aziende e privati cittadini che si sono opposti nelle aule di giustizia amministrativa agli espropri e ai cantieri dell’alta velocità. Brucia la recente sconfitta al Consiglio di Stato: sette mesi dopo l’udienza svoltasi in febbraio, ha giudicato inammissibile il ricorso contro la prima e finora unica sentenza emessa dal Tar sulla vicenda. Un ricorso, lo ricordiamo, promosso in modo «cumulativo», ovvero tutti insieme, da una cinquantina di soggetti tra comitati, associazioni, aziende e persino parlamentari del Movimento 5 Stelle. Una decisione, quella del Consiglio di Stato, che non entra nel merito del progetto e del suo iter, ma emette solo un giudizio di ammissibilità formale. Il colpo è duro, ma oggettivamente non è la fine del confronto legale. Contro il progetto definitivo della Tav Brescia-Verona pendono altri sei ricorsi: quello promosso dal Comune di Desenzano e dagli espropriandi di tutta la linea tra Mazzano e la periferia di Verona; quello promosso da diverse associazioni tra cui Medicina Democratica e i Cittadini bresciani e veronesi per la tutela dell’Ambiente; quello dei residenti di Brescia che contestano il passaggio urbano della futura ferrovia veloce; quello del gruppo espropriati di Sommacampagna; quelli di due aziende private che sorgono sul tracciato dei previsti cantieri. Di uno dei due ricorsi presentati da aziende private, si è tra l’altro già svolta l’udienza e ora si attende l’esito dell’istanza cautelare per la richiesta di sospensiva. «Possiamo inoltre dare per certo - fa sapere l’avvocato Scappini - che valuteremo seriamente, non appena sarà depositato, di impugnare il progetto esecutivo con il recepimento delle 309 prescrizioni imposte dal Cipe». Tutto questo, vale la pena ricordarlo, mentre l’intera opera sta passando sotto la lente dell’analisi costi-benefici disposta dal governo per la Tav Brescia-Verona. Un’analisi che, non meno dei sei ricorsi, mette ancora in forse, almeno per il momento, il via ai cantieri. •

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