Corsa al contributo
per risistemare
l’organo del ’500

Tornerà a cantare l’organo conservato nella chiesa Parrocchiale dei santi Pietro e Paolo di Toscolano. Non esattamente a breve, questo no, ma al termine di un paio d’anni di restauro. «Ci vorranno circa 5.000 ore di lavoro - spiegano dal laboratorio organaro di Bovezzo Guido Galli e Matteo Pian, incaricati dei lavori - 14 mesi di manutenzioni e consegna prevista in 24, anche se poi gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo per strumenti preziosi come questo».

Per riportarlo ai fasti di un tempo la parrocchia lanciò nella scorsa estate una sottoscrizione per contribuire economicamente al restauro perché per farlo tornare in perfetta efficienza serve una cifra considerevole, 180mila euro.

Ma come si dice in casi del genere, la speranza è davvero l’ultima a morire. «Non pensavo che in così poco tempo si concatenassero tanti episodi favorevoli», commenta soddisfatto il parroco don Leonardo Farina. Il 40% del costo dell’opera sarà infatti coperto da un contributo della Cei. Ma non è tutto, anche l’amministrazione di Toscolano Maderno ha condiviso il progetto e farà la sua parte garantendo 8mila euro per cinque anni. «La restante somma - è l’auspicio di don Leonardo – speriamo di riuscire a coprirla con sottoscrizioni volontarie». Le delicate operazioni di smontaggio saranno concluse entro la fine di giugno, assicurano i restauratori. Le caratteristiche dell’organo di Toscolano, che risale alla fine del ’500, ne fanno un pezzo unico e prezioso nel panorama gardesano, anche se il tempo e l’incuria ne hanno pregiudicato completamente la sua funzione, causando danni irreversibili e rendendolo completamente muto.

«La sua straordinaria cassa barocca è equiparabile per bellezza e ricchezza solo a quella che si trova nel Duomo di Salò - spiegano dal laboratorio - si tratta dello strumento a una tastiera più grande e quindi più versatile di tutta la sponda bresciana del lago di Garda». L.SCA.

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