Depurazione del Garda «Serve un terzo impianto»

di C.REB.
Ferdinando Alberti
Ferdinando Alberti
Ferdinando Alberti
Ferdinando Alberti

Il nuovo corso del maxi-depuratore del Garda consentirà di risparmiare 15 milioni di euro, di ridurre i costi di gestione e manutenzione e di rottamare una serie di impianti obsoleti ad alto impatto ambientale. Il progetto presenta ancora delle criticità legate al peso infrastrutturale su Gavardo e alle ricadute sul fiume Chiese, dove saranno scaricate le acque nere trattate da un bacino di oltre 200 mila abitanti, ma è un giudizio sostanzialmente positivo - almeno a grandi linee - quello espresso dal M5S sul progetto in fase di gestazione. Progetto legato a doppio filo allo studio redatto dal professor Giorgio Bertanza dell’Università di Brescia, illustrato ieri dai vertici di Acque Bresciane ad una delegazione guidata dal consigliere regionale Ferdinando Alberti. COME ANTICIPATO nei giorni scorsi da Bresciaoggi, da un solo maxi impianto a Visano si è passati ad un’ipotesi «spezzatino» con due depuratori: uno ex novo in zona da definire - tra Gavardo e Muscoline - della capacità di 100 mila abitanti, mentre l’impianto esistente a Montichiari sarà potenziato da 40 a 140 mila abitanti. Qui confluiranno le fognature di Lonato e della Valtenesi, mentre Sirmione e Desenzano continueranno ad utilizzare Peschiera. «Oggi la battaglia del M5S è quella di valutare un ulteriore sdoppiamento a nord, con due impianti da 50 mila, uno dei quali, magari più piccolo, che scarichi a lago - spiega Alberti -. Il Chiese non può sopportare un ulteriore appesantimento: sarebbe catastrofico per l’intero ecosistema fluviale e per tutti i Comuni sulle sue sponde. Non c'è alcun vincolo normativo che impedisca di scaricare a lago, semplicemente non è stato chiesto a Bertanza di prenderlo in considerazione: una scelta politica, non tecnica». «A NOSTRO AVVISO - aggiunge il consigliere M5S - è necessario prevedere almeno un terzo depuratore, in modo da evitare grossi impianti. Non siamo certo noi quelli che insistono per i mini depuratori, perchè ce ne sono già troppi nella provincia: basti pensare che da Muscoline in poi ne esistono già 16, il più grande dei quali serve 12 mila abitanti. Eppure Calcinato, Gavardo, Muscoline e Vobarno sono in procedura di infrazione comunitaria per violazione della direttiva Ue, ed abbiamo zone della provincia senza rete di collettamento. Questo è figlio di una totale mancanza di programmazione». Secondo Alberti, lo studio presenta luci ed ombre: «Di positivo c’è il fatto che è prevista la dismissione di alcuni impianti esistenti, di negativo che su Gavardo incombe già un progetto per un impianto da 36 mila abitanti per servire i paesi dell’alto Chiese: un Comune solo, secondo noi, non può ospitare due depuratori».

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