Dieci anni di «tentativi» per un’altra idea di Tav

di V.R.
La Tav sul  Garda: da dieci anni spuntano anche proposte alternative
La Tav sul Garda: da dieci anni spuntano anche proposte alternative
La Tav sul  Garda: da dieci anni spuntano anche proposte alternative
La Tav sul Garda: da dieci anni spuntano anche proposte alternative

È almeno dal 2010, e in più occasioni, che l’opzione di un progetto alternativo per la Tav fra Brescia e Verona compare di tanto in tanto anche sui tavoli istituzionali. Il 29 luglio di quel 2010 fu addirittura approvata una mozione nella commissione Trasporti della Camera dei deputati, che impegnava il governo a valutare un tracciato alternativo per risparmiare l’impatto dei cantieri al delicato contesto delle colline moreniche del Garda. Il testo approvato ipotizzava un passaggio più a sud del Garda, nell’alto mantovano, sulla direttrice fra Montichiari, Castiglione e Sommacampagna. Mozione approvata, sì, ma rimase lettera morta. Un secondo testo quasi identico tornò in Commissione nel 2014, ma venne cassato per la ferma reazione dei parlamentari mantovani, capitanati da Matteo Colaninno. UN’ALTERNATIVA fondata invece sull’utilizzo dei binari esistenti compare nelle carte ufficiali del 2014: per rilasciare una delle innumerevoli certificazioni di compatibilità ambientale, il ministero per l’Ambiente oppose al progetto della Brescia-Verona 22 pagine di prescrizioni, fra cui la richiesta di esaminare una Tav «light» sulla ferrovia storica. La prescrizione fu controdedotta da Rfi e Capev Due, affermando (abbastanza genericamente in verità) che un intervento con cantieri sulla linea esistente avrebbe fortemente ostacolato il traffico ferroviario durante i lavori. Altra idea fu quella presentata da Legambiente nel 2016, col sostegno dell’allora presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci: raddoppiare i binari della linea esistente. Fu respinta anche questa opzione, mai in discussione se non sui giornali.

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