Due sindaci sognano il decollo «Nessuna crisi, palla ai vice»

di Alessandro Gatta
Alessandro MattinzoliPatrizia AvanziniPaolo Formentini
Alessandro MattinzoliPatrizia AvanziniPaolo Formentini
Alessandro MattinzoliPatrizia AvanziniPaolo Formentini
Alessandro MattinzoliPatrizia AvanziniPaolo Formentini

Alessandro Gatta Manca meno di un mese al doppio appuntamento elettorale, regionale e nazionale, del prossimo 4 marzo: anche sul Garda partiti e schieramenti serrano le fila, ma i sostenitori dell’una o dell’altra coalizione si trovano senza dubbio a dover affrontare anche una sorta di contraddizione, nel senso che i candidati eccellenti in caso di risultato positivo (e quindi di una loro elezione) per forza di cose si vedrebbero costretti ad abbandonare il Comune che stanno amministrando, per motivi di incompatibilità delle cariche. SI PARLA ovviamente di Patrizia Avanzini, sindaco di Padenghe in lizza alle Regionali per il Pd e Alessandro Mattinzoli, sindaco di Sirmione che è addirittura capolista in Regione per Forza Italia. Tutti e due hanno già deciso: sono entrambi al secondo mandato, e in entrambi i Comuni manca un solo anno alla scadenza naturale del mandato. In caso di elezione dunque, sia Avanzini che Mattinzoli sono pronti a farsi dichiarare «decaduti» dai rispettivi consigli comunali e passare il testimone, fino al 2019, ai vicesindaci Galdino Salodini (Padenghe) e Luisa Lavelli (Sirmione). «Credo di essere arrivata alla fine di un bellissimo percorso, al mio secondo mandato - spiega Avanzini - e ritengo di essere pronta a mettere a disposizione la mia esperienza anche al servizio della Regione. Non è stata una scelta facile, ma ce la metterò tutta così come ce l’ho messa tutta in questi nove anni come sindaco, e ancora prima come assessore. Di certo lascerei il Comune in buone mani: i risultati che abbiamo raggiunto non sono merito del sindaco, ma di una squadra coesa e che ha sempre lavorato sodo». Stessa linea anche per Mattinzoli: «Sono 19 anni che faccio l’amministratore, e nove il sindaco: già nel corso del mio primo mandato mi era stata data l’opportunità di una candidatura in Regione, ma ho preferito aspettare. Adesso penso sia giunto il momento di lavorare in Lombardia per il Garda e per tutta la provincia di Brescia. Sirmione starà benissimo: la squadra è rodata, ci sono persone che amministrano da tanti anni e altri che in poco tempo sono già protagonisti del nostro consiglio comunale. Ma sarò sempre a disposizione, da esterno, per dare una mano». Per fare chiarezza dal punto di vista normativo interviene il viceprefetto Salvatore Pasquariello, dirigente dell’Ufficio Elettorale della Prefettura: «Ci sono due opzioni - spiega - in caso di dimissioni del sindaco il Comune verrà commissariato oppure il primo cittadino dovrà farsi dichiarare decaduto dal consiglio comunale, e sostituito dal vicesindaco fino al primo turno elettorale utile. E per Padenghe e Sirmione sarà nel 2019». Diverso il discorso per Paolo Formentini, vicesindaco a Desenzano e candidato in Parlamento con la Lega: potrebbe anche rimanere dov’è. «Dal punto di vista normativo le due cariche non sono incompatibili - dice Formentini - e dunque cercherò di fare entrambe le cose, come sempre al servizio del mio territorio». Il viceprefetto ricorda la formula perfetta: «Tutti sono candidabili e tutti sono eleggibili, se mai il problema si pone dopo». •

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