Il Consiglio lavori pubblici
si dissocia dal progetto:
«Molte cose da rivedere»

Tav sul Garda:  critiche dal Consiglio superiore dei lavori pubblici
Tav sul Garda: critiche dal Consiglio superiore dei lavori pubblici
Tav sul Garda:  critiche dal Consiglio superiore dei lavori pubblici
Tav sul Garda: critiche dal Consiglio superiore dei lavori pubblici

«Un progetto datato e per questo superato, che va rivisto, modificato, integrato e adeguato alle nuove normative». Questo il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici sulla Tav Brescia-Verona. Un parere che, seppur obbligatorio, non è vincolante. Ma i contenuti della relazione di 73 pagine sull’Alta velocità Brescia-Verona hanno un loro peso specifico, se non altro per l’autorevolezza dell’organo nazionale.

Per gli esperti del Consiglio il progetto presenta una serie di criticità dovute in particolare al fatto che è stato concepito nel 1991, quello preliminare ha appena compiuto 13 anni, e gli elaborati di quello definitivo, presentato sul finire del 2014, risalgono a un decennio fa.

Per il Consiglio l’iter autorizzativo della Tav Gardesana non si sarebbe esaurito è c’è ancora tempo per rivedere il progetto. Una circostanza che rinvierebbe l’apertura dei cantieri, fissata per i primi mesi del 2017.

A parere dell’organismo c’è la necessità «di una riapertura delle procedure di compatibilità ambientale». Il progetto sarebbe da rivedere e adeguare «nel rispetto delle nuove norme tecniche per le costruzioni». Un quadro normativo che «potrebbe determinare per i soli viadotti ferroviari un incremento dei costi nell’ordine del 50-60%». Non poco, considerando che già oggi la Brescia-Verona potrebbe costare fino a 4 miliardi di euro: il costo dichiarato di 3 miliardi e 461 milioni è un altro degli aspetti sui quali il Consiglio si dice scettico.

IL PROGETTO presenterebbe criticità idrogeologiche e sismiche: «Non viene fatto alcun riferimento alla recente zonizzazione sismica del territorio, con non trascurabili effetti sulla sicurezza».

All’elenco dei «problemi» si aggiungono le prescrizioni firmate Regione Lombardia, in cui si chiede la valutazione di eventuali soluzioni alternative (tra cui il potenziamento della linea storica), la redazione di un piano trasportistico e l’applicazione delle normative tecniche «attualmente in vigore».

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