Il Consorzio turistico: «Il Garda bene comune senza confini o steccati»

di L.SCA.
Franco Cerini, presidente el Consorzio Lago di Garda Lombardia
Franco Cerini, presidente el Consorzio Lago di Garda Lombardia
Franco Cerini, presidente el Consorzio Lago di Garda Lombardia
Franco Cerini, presidente el Consorzio Lago di Garda Lombardia

Dal Chiese che dice no, con sindaci e comitati delusi e arrabbiati per la prospettiva di dover «ospitare» i depuratori del Garda, al lago che invece dice sì, dove sono in particolare gli operatori turistici a rimarcare l’urgenza di passare alla fase operativa per non mettere a rischio il futuro stesso del Garda. A MARGINE della riunione alla Comunità del Garda, dove si è fatto il punto sulla spinosa questione delle opere della collettazione e depurazione del lago di Garda, interviene nel dibattito il presidente del Consorzio turistico lago di Garda Lombardia, Franco Cerini. IL CONSORZIO raggruppa in associazione le attività ricettive e alberghiere di uno dei più importanti distretti turistici d’Italia, il Garda appunto. E l’obiettivo dell’intervento di Franco Cerini è di invitare tutti i portatori d’interesse, amministratori pubblici e le associazioni locali, a considerare la portata dell’intervento andando oltre le contrapposizioni fra aree potenzialmente interessate dalla collocazione dei depuratori. «Serve unità, consapevolezza di un bene comune che va oltre gli steccati. Come nel caso della nostra realtà di promozione - premette Cerini - posso affermare che non sussistono contrapposizioni o divisioni territoriali tra lago, colline, pianura o città, luoghi ugualmente importanti e degni di valorizzazione: i progetti sono sempre condivisi con tutti i territori bresciani e con il capoluogo. Solidarietà concreta che risale anche a pochi mesi or sono, quando il Garda ha contribuito a salvare Verona dal rischio di una grave esondazione del fiume Adige». IL GARDA risorsa di tutti, ricorda il presidente Cerini: «Non ricordo di aver sentito dire dai gardesani “l’acqua è nostra e la beviamo solo noi”, quando si è trattato di valutare la possibilità di condividere le risorse idriche benacensi con gli acquedotti di località distanti decine di chilometri dalla riviera, magari alle prese con l’inquinamento delle loro falde acquifere». Per Cerini ,in definitiva, non esistono frontiere insormontabili o interessi concorrenti tra lago ed entroterra: «Quando si parla di ambiente - continua il presidente del Consorzio Lago di Garda Lombardia - non devono esserci confini, come non esistono quando gli operatori del Benaco si impegnano per promuovere le tante realtà che fanno da corona al lago. La grandezza di un territorio non è misurabile unicamente nella forza delle singole imprese - conclude Franco Cerini - ma nell’espressione di una collettività coesa, partecipe ad una progettazione più ampia e con un orizzonte comune».

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