Il depuratore ostaggio dei veti

di L.SCA.
La condotta sul fondo del lago
La condotta sul fondo del lago
La condotta sul fondo del lago
La condotta sul fondo del lago

Visano no, Esenta di Lonato no, Muscoline, no. L’unico dato certo dopo mesi di discussioni coronate nello studio commissionato da Acque Bresciane all’Università di Brescia, è che il nuovo depuratore del lago di Garda non lo vuole proprio nessuno. «Ma da qualche parte si dovrà pur fare» ripetevano un po’ da tutti venerdì pomeriggio al termine della riunione del Comitato di gestione di Ats nella sede della Comunità del Garda a Villa Mirabella, nel parco del Vittoriale. Servirebbe davvero un’impresa D’Annunziana per partorire l’ardimentosa idea destinata a risolvere una volta per tutte la disputa sulla localizzazione del sito destinato a smaltire i reflui fognari dei comuni rivieraschi. Visto l’imbarazzante impasse che da molti mesi ormai caratterizza le decisioni politiche della sponda bresciana del lago, la patata bollente potrebbe, o forse meglio dovrebbe essere risolta nei prossimi mesi dal «potere» coercitivo dell’ufficio d’Ambito di Brescia sul cui tavolo è approdata adesso l’indagine condotta dal professore Giorgio Bertanza dell’Università di Brescia nella quale sono indicate ben cinque ipotesi progettuali. Proprio qui infatti all’Aato, il 23 ottobre è previsto un incontro con i vari Comuni e chissà che in quella data non si possa intravedere qualche spiraglio di luce. «Nella situazione in cui siamo - commentava un sindaco al termine della riunione del Comitato di Gestione di Ats - la fortuna è che la sponda veronese ha già iniziato l’iter procedurale con l’assegnazione del bando per la progettazione, così anche noi adesso in un modo o nell’altro siamo costretti a seguirli nell’opera». Il progetto d’intervento prevede la separazione degli impianti di collettamento (che ora utilizzano l’unico impianto di depurazione a Peschiera) e la graduale dismissione delle condotte sublacuali in primis quella che da Maderno sulla sponda bresciana, trasporta i reflui sulla veronese. Sulla sponda bresciana era previsto l’utilizzo del depuratore già esistente a Visano, ma la resistenza dei Comuni della Bassa unita alla vertenza legale sull’impianto che vede contrapposti la Provincia e l’ex gestore privato della struttura, ha ostacolato questa soluzione. •

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