Il Garda fa i conti con l’«effetto Adige»

di Luciano Scarpetta
L’acqua dell’Adige sparata nel Garda: circa 14 milioni di metri cubi
L’acqua dell’Adige sparata nel Garda: circa 14 milioni di metri cubi
L’acqua dell’Adige sparata nel Garda: circa 14 milioni di metri cubi
L’acqua dell’Adige sparata nel Garda: circa 14 milioni di metri cubi

Nel lungo ma provvisorio elenco dei danni del maltempo sul Garda, manca una delle voci più importanti e difficili da valutare: il danno ambientale causato all’ecosistema lacustre dall’apertura della galleria Adige-Garda, decisa per alleggerire la piena del fiume ed evitare l’allagamento della città di Verona. SECONDO l’ultima stima dell’Aipo, l’Agenzia interregionale del bacino del Po, sono stati circa 14 i milioni di metri cubi d’acqua e fango scaricati dall’Adige nel Garda all’altezza di Torbole, in circa 17 ore, fra la notte e il tardo pomeriggio di martedì. Un’azione che ha davvero salvato Verona, ma con un impatto ancora tutto da valutare sul bacino lacustre. Per questo verranno monitorati tutti i parametri, per «misurare» gli effetti dell’apertura dello scolmatore Mori-Torbole, che non veniva utilizzato da 18 anni proprio per timore di impatti sul lago. «Nei prossimi giorni – anticipa il segretario della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa – affideremo al professor Nico Salmaso, del Centro ricerca e innovazione della Fondazione Edmund Mach, un’indagine per valutare le ripercussioni sull’ecosistema, inclusa l’eventuale immissione di elementi nocivi come cromo e metalli pesanti». I rischi teorici sono legati alla diversa qualità delle acque tra Adige e Garda, allo shock termico a carico di fauna e flora con morie localizzate di pesci, a possibili alterazioni di microclima, all’entrata di inquinanti industriali nel lago dal fiume. Tutto da verificare e misurare: «In questo momento - continua Ceresa - sono premature valutazioni su sostanze nocive e tutto il resto. Vedremo dopo le indagini. Si raccomanda solo cauta navigazione in alto lago, per la presenza di grandi quantità di ramaglie e detriti». DALLE 11 DI IERI, in accordo con il direttore dell’Aipo, Luigi Mille, è stato concordato di raddoppiare i deflussi di acqua del lago verso il mantovano da 15 a 30 metri cubi al secondo: gli afflussi sono invece a 141 metri cubi al secondo. Manovra inevitabile, considerato che da sabato scorso a ieri (ore 15) il lago è passato da un’altezza di 62 a 94 centimetri sullo zero idrometrico. «Ben 32 centimetri in cinque giorni in un lago vasto come il Garda: mai avvenuto nell’ultimo mezzo secolo - rivela Ceresa -. Se calcoliamo che un centimetro in più corrisponde a 4 milioni di metri cubi, 128 milioni di acqua sono entrati nel lago in meno di una settimana». •

Suggerimenti