Il Garda ora si
ritira e aspetta
un «contratto»

di Luciano Scarpetta
Polemiche ancora accese sulla gestione dei livelli del Garda
Polemiche ancora accese sulla gestione dei livelli del Garda
Polemiche ancora accese sulla gestione dei livelli del Garda
Polemiche ancora accese sulla gestione dei livelli del Garda

La svolta è arrivata il 5 maggio, con la decisione di aprire completamente i «rubinetti» fino alla portata di 150 metri cubi al secondo e di lasciarli aperti dal 6 al 9 maggio. Una scelta forzata, necessaria per far scendere rapidamente il livello delle acque del lago di Garda dai 142 centimetri sopra lo zero idrometrico registrati proprio il 5 maggio a Peschiera (un record storico per i primi di maggio, con circa 36 centimetri sopra la media stagionale). L’operazione ha dato frutti, e negli ultimi quattro giorni il livello del Benaco si è stabilizzato sui più rassicuranti 128 centimetri. Ora il deflusso delle acque verso il Mantovano attraverso il Mincio è regolato a 70 metri cubi al secondo, e compensa i 66 metri cubi di afflusso permettendo un riempimento complessivo del bacino al 95%. Rientrata l’emergenza non si è però esaurita l’onda lunga delle proteste dei sindaci sulla gestione dei livelli degli ultimi anni: un servizio attuato dall’Aipo in accordo con la Comunità del Garda per cercare di conciliare le diverse esigenze legate agli impieghi differenziati delle acque. IL DISCIPLINARE relativo risale al 1965, e la volontà di aggiornarlo è sottolineata dalla richiesta di un nuovo «contratto di lago», un documento che deve vedere la partecipazione delle tre Regioni che si affacciano sul bacino, dai comuni e da tutti gli altri portatori di interesse. L’obiettivo di un modello condiviso di gestione e del delicato territorio circostante, insomma, non è facile da centrare. Le prossime mosse? «Il prossimo 29 maggio - anticipa Angelo Cresco, il presidente di Ags, l’equivalente di Acque bresciane per la sponda veneta - avremo un incontro a Parma con l’Autorità di bacino, e in quella occasione porteremo la nostra proposta condivisa con la Comunità del Garda». La bozza di contratto di Ags prevede anche la proposta di sottoporre gli scafi delle imbarcazioni a sanificazione prima di essere immesse nel lago: la soluzione a un problema emerso alla fine di questo inverno, quando in occasione della missione dei subacquei sulle tubature fognarie sommerse tra Maderno e Torri è stata rilevata la presenza di colonie batteriche che stanno corrodendo la condotta. Bio concrezioni generate da microorganismi portati sul Garda da vettori esterni; come per esempio una barca arrivata da lontano per partecipare a una regata. Altre anticipazioni? Sul tavolo c’è anche la definizione di un calendario unico per la pesca e di un programma condiviso tra Regioni per la gestione del ripopolamento ittico. •

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