Il Garda patrimonio Unesco
«Serve unità fra le Regioni»

In che modo si può concretizzare il sogno del riconoscimento del lago di Garda come «Patrimonio dell’Umanità» da parte dell’Unesco, valorizzando al meglio l’immagine e l’economia del lago?

Per fare il punto, il Rotary club Riva del Garda ha allestito per lunedì alle 18 all’hotel du Lac il «Forum del Garda 2016, iniziativa che, come spiega il presidente Germano Bertolotti, «intende stimolare il dibattito intorno alla necessità, sempre più sentita, di sviluppare iniziative promozionali unitarie del lago di Garda in campo turistico, la mobilità e la tutela del territorio».

Per fare questo è però necessario superare le «tripartizioni» (il lago è diviso fra tre Regioni) con un soggetto unico proponente, che possa mettere d’accordo tutte le realtà.

Previsti numerosi contributi da parte degli esperti del settore, politici e operatori.

Osserva l’assessore allo sviluppo economico della Regione Lombardia, Mauro Parolini: «Il mercato turistico internazionale richiede una rinnovata capacità di fare massa critica per essere visibili ed attraenti: la collaborazione interregionale va sicuramente sviluppata ed ampliata».

La strategicità dell’obbiettivo Unesco è sottolineata da Pierlucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda: «Il lago con i suoi oltre 50 chilometri cubici di acqua dolce è un elemento essenziale sia per il turismo che per l’agricoltura, oltre che per il clima. Si tratta di un territorio unico, che vede convivere al suo interno climi che spaziano da quello tipico mediterraneo a quello alpino».

Sono 1007 i siti mondiali riconosciuti dall’Unesco in 161 Paesi: l’Italia con 51 detiene il primato, e in più, nel Bel Paese, sono già 41 le località in lista d’attesa per una trafila piuttosto lunga.

Entrare in un club come quello dell’Unesco porterebbe ad allargare la conoscenza del Garda, ne qualificherebbe l’immagine, rafforzerebbe il turismo di qualità. Il nodo è la volontà politica. L.SCA.

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