Il lago tiene stretta
l’acqua: «Ai campi
ci penserà il cielo»

di Luciano Scarpetta
Riflettori puntati sul lago di Garda mai così basso negli ultimi dieci anni: la Comunità del Garda chiede la riduzione dei deflussi
Riflettori puntati sul lago di Garda mai così basso negli ultimi dieci anni: la Comunità del Garda chiede la riduzione dei deflussi
Riflettori puntati sul lago di Garda mai così basso negli ultimi dieci anni: la Comunità del Garda chiede la riduzione dei deflussi
Riflettori puntati sul lago di Garda mai così basso negli ultimi dieci anni: la Comunità del Garda chiede la riduzione dei deflussi

Una rondine non fa primavera, e di certo l’acqua caduta nelle ultime ore non ha fatto venir meno l’emergenza idrica che nel lago di Garda registra un continuo calo dei livelli. Ieri il livello idrografico del lago si attestava a 67 centimetri sopra lo zero idrometrico di Peschiera con erogazioni verso il mantovano di 65 metri cubi al secondo. Nonostante gli acquazzoni delle ultime 48 ore, il livello tende comunque inesorabilmente a diminuire: gli afflussi sono infatti registrati a 34,8 metri cubi al secondo. Niente a che vedere con l’anno precedente quando con analoghe uscite di acqua dalla diga di Salionze, la misura del lago era di 127 centimetri sopra lo zero idrometrico, ben 60 in più degli attuali.

Per ritrovare un lago così basso bisogna risalire all’estate del 2007, all’epoca della grande crisi idrica. Per questo motivo ieri mattina il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa ha contattato l’ingegner Luigi Mille, direttore dell’Aipo, l’Agenzia interregionale dell’Autorità di bacino del Po, ente governativo deputato alla regolamentazione dei prelievi, per chiedere ufficialmente una ulteriore diminuzione della portata dell’acqua verso le campagne del mantovano.

«In considerazione delle forti e violenti piogge previste per oggi e domani su tutto il bacino gardesano - ha motivato la decisione Ceresa - sarebbe auspicabile ridurre ulteriormente i prelievi dal lago di circa 20 metri cubi al secondo, portando le uscite da 65 metri cubi al secondo sui 40/45: visto l’aiuto dal cielo per irrigare le campagne, sarebbe infatti saggio risparmiare per qualche giorno più acqua possibile nel lago alzando le riserve idriche da utilizzare nei giorni più critici».

DEL RESTO la stagione non è ancora entrata nel vivo ma il margine di «sopravvivenza» prima di dichiarare lo stato di crisi (sui 20 cm sopra lo zero idrometrico di Peschiera) si sta assottigliando di quasi un centimetro al giorno e di questo passo c’è il rischio che questo accada in concomitanza con il rito annuale delle ferie d’agosto.

«Speriamo vengano recepite le istanze - auspica Ceresa - nelle prossime ore saranno consultati i responsabili del Consorzio del Mincio, attendiamo la loro risposta». Com’è ormai noto, i riflessi della regolazione dei livelli della acque toccano insieme aspetti di natura ecologico-ambientale e di natura economica, ma purtroppo sono ancora oggi regolati da una disciplina di oltre mezzo secolo fa in cui si era ben lontani dalla consapevolezza del fragile equilibrio esistente tra l’ambiente naturale e gli interventi effettuati dall’uo- mo, coscienza che si è venuta accentuando negli ultimi decenni con l’utilizzazione del bacino gardesano in chiave economico-turistica. In contrapposizione ci sono le esigenze di navigazione e turismo, ma anche di irrigazione, centrali idroelettriche e tutela del Mincio.

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