Il patron della «Diecimiglia» compie l’ennesima impresa

di Luciano Scarpetta
L’arrivo in Portogallo dopo un cammino lungo cinquanta giorniAl ritorno, l’impresa di Aurelio «Elio» Forti è stata festeggiata dal comitato «Sognando Olympia»
L’arrivo in Portogallo dopo un cammino lungo cinquanta giorniAl ritorno, l’impresa di Aurelio «Elio» Forti è stata festeggiata dal comitato «Sognando Olympia»
L’arrivo in Portogallo dopo un cammino lungo cinquanta giorniAl ritorno, l’impresa di Aurelio «Elio» Forti è stata festeggiata dal comitato «Sognando Olympia»
L’arrivo in Portogallo dopo un cammino lungo cinquanta giorniAl ritorno, l’impresa di Aurelio «Elio» Forti è stata festeggiata dal comitato «Sognando Olympia»

Luciano Scarpetta Da Navazzo di Gargnano in Portogallo a piedi. «Ero già stato 13 volte in aereo dagli amici della Maratona di Nazaré in Portogallo, stavolta invece ho voluto andare a trovarli a piedi». È davvero disarmante e per certi versi incredibile la storia di Aurelio «Elio» Forti, 66enne geometra in pensione, residente a Navazzo. Partito il 29 agosto si è sciroppato in calzoni corti, scarpe e bastoncini da running la bellezza di 2465 chilometri in 51 giorni di cammino per andare a salutare gli amici di Nazaré, cittadina balneare sulla Costa d’argento del Portogallo. Nel mezzo il «triplete religioso» della tappa francese di Lourdes, quella spagnola di Santiago de Compostela e la portoghese di Fatima. Con lui a condividere questi due mesi d’avventura anche Osvaldo «Osvy» Andreoli, 65 anni ex vigile del fuoco in pensione nonché presidente dell’Inter club di Gargnano: «Fondamentale la sua collaborazione - spiega Forti - ogni giorno mi precedeva in auto al termine della tappa organizzando il pernottamento». Venti i giorni necessari per raggiungere Lourdes, altrettanti per arrivare a Santiago de Compostela e dieci per giugere a Fatima. Uno solo, l’ultimo, per arrivare a Nazaré. In media una cinquantina di chilometri al giorno. La ricetta? «Nessun tipo di accorgimento particolare - spiega Elio Forti - solo la gamba di una persona normale che ama camminare e che ogni tanto, come quest’anno, vuole mettersi alla prova partecipando alla 100 km del Passatore, gara podistica di ultramaratona da Firenze a Faenza». Tra le decine di persone incontrate lungo il percorso, inevitabilmente, anche alcuni bresciani: «In Spagna ho percorso qualche chilometro a piedi con un gruppo di Isorella scoprendo che conoscevamo persone in comune. Particolarmente bello l’incontro in un bivacco con Roberta Bordiga di Prevalle che aveva partecipato a Navazzo ad un’edizione della Caminàa storica: era giunta terza all’arrivo ma a causa di un disguido non fu possibile consegnargli il premio, l’ho invitata all’edizione del prossimo anno». Si, perché Elio Forti è il patron della storica «Diecimiglia del Garda», gara capace di attrarre nelle 45 edizioni campioni come il brasiliano Arthur Castro o i keniani Moses Tanui e Paul Tergat. L’altro giorno al suo ritorno a Navazzo, Elio è stato festeggiato dal comitato di «Sognando Olympia», sodalizio creato dall’amico Ottavio Castellini, patron della Iaaf che a Navazzo ha allestito la biblioteca internazionale dell’Atletica. • L.SCA.

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