Il subacqueo polacco è morto per una sfida

di Luciano Scarpetta
La vittima dell’incidente: Waclaw Lejko, sub polacco di 38 anniLe bombole usate dalla vittima
La vittima dell’incidente: Waclaw Lejko, sub polacco di 38 anniLe bombole usate dalla vittima
La vittima dell’incidente: Waclaw Lejko, sub polacco di 38 anniLe bombole usate dalla vittima
La vittima dell’incidente: Waclaw Lejko, sub polacco di 38 anniLe bombole usate dalla vittima

Aveva deciso di migliorare il suo record di immersione profonda senza perdere tempo Waclaw Lejko, il 38 enne subacqueo polacco scomparso tragicamente venerdì mattina nelle profonde acque dell’alto Garda.

NON ERA UN DILETTANTEcome il connazionale deceduto in circostanze analoghe nello stesso punto, al largo dei minatori di Tremosine, il 9 giugno scorso. Waclaw era un militare in servizio nelle forze armate polacche e durante l’estate, sempre nello stesso punto di immersione a Tremosine, aveva stabilito in ben due occasioni il record di specialità ingaggiando una gara estrema con il compatriota Sebastian Marczewski: una sorta di duello sportivo che richiama alla memoria i duelli degli anni ’70 tra l’apneista italiano Enzo Maiorca e il rivale francese Jacques Mayol. La sfida tra polacchi, record dopo record, è però finita in tragedia.

Il primo record è datato 16 giugno quando Waclaw Lejko si spinse fino a -233 metri di profondità. La sua gioia tre settimane: il 5 luglio Marczewski, dopo un mese di duri allenamenti in un laghetto austriaco, arrivò sul Garda e scese anche lui a Tremosine a 241 metri.

Tornato in Italia il mese successivo, Waclaw Lejko si è ripreso prontamente il primato migliorando di 8 metri il record del rivale: il 27 agosto il record degli abissi venne fissato a quota - 249 metri. Non è dato sapere se l’altro ieri avesse deciso di migliorare il suo primato personale o magari di battere il freschissimo record italiano di - 264,8 metri stabilito domenica scorsa dal bresciano Luca Pedrali, di Castelcovati, che si era immerso alle porte di Limone.

Secondo le testimonianze raccolte dai tre compagni che durante il tentativo di record non l’hanno più visto riemergere, Waclaw Lejko aveva come obiettivo 275 metri.

Il suo corpo è stato recuperato venerdì dal Nucleo sommozzatori dei Volontari del Garda di Salò, con l’utilizzo del Rov, un veicolo subacqueo filoguidato munito di telecamera, in collaborazione con i sommozzatori dei Vigili del fuoco di Riva e la Guardia Costiera. Ora la salma è all’ospedale di Gavardo in attesa dell’autopsia.

«La vittima - spiegano i Volontari - aveva addosso ben 9 bombole d’ossigeno oltre al resto dell’attrezzatura, sequestrata dagli inquirenti». I dati scaricati dai due computer da polso e le immagini registrate dalla go pro potranno contribuire a far luce su questa tragedia del lago.

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