Inverno senza fine ma il «serbatoio» del Garda è in crisi

di Luciano Scarpetta
I segni sull’attracco di Gargnano sono lo specchio del deficit idrico del lago di Garda: ieri il livello era di 41 centimetri inferiore al 2017
I segni sull’attracco di Gargnano sono lo specchio del deficit idrico del lago di Garda: ieri il livello era di 41 centimetri inferiore al 2017
I segni sull’attracco di Gargnano sono lo specchio del deficit idrico del lago di Garda: ieri il livello era di 41 centimetri inferiore al 2017
I segni sull’attracco di Gargnano sono lo specchio del deficit idrico del lago di Garda: ieri il livello era di 41 centimetri inferiore al 2017

Nonostante il colpo di coda dell’inverno il serbatoio di risorse idriche del Garda è in deficit. Colpa delle anomale escursioni termiche con sbalzi di temperature di anche 12 gradi tra il giorno e la notte, della tropicalizzazione del clima con piogge violente concentrate in brevi periodi che non danno la possibilità di ristorare le riserve di acqua. Rispetto allo stesso giorno dell’anno scorso il livello è inferiore di 41 centimetri. Ieri allo zero idrometrico di Peschiera il lago misurava 71 centimetri, con uscite ridotte al minimo, 14 metri cubi al secondo, giusto per garantire l’apporto idrico ai laghi del mantovano. Niente a che vedere con i 112 centimetri registrati lo scorso anno, in un’annata peraltro vissuta sul filo del rasoio «calibrando» costantemente in estate l’acqua in uscita alla diga di Salionze. Tutto questo a tre settimane dall’inizio della stagione irrigua che prevede secondo le norme dal primo aprile al 20 aprile, una progressiva riapertura dei rubinetti verso le campagne a sud del Garda a 30 metri cubi e dal 21 al 31 maggio fino a 68, raggiungendo fino a Ferragosto il picco massimo fissato a 88 metri cubi. COME SEMPRE, fino a nuovi accordi sulla regolazione, nelle prossime settimane sarà ancora il meteo l’arbitro di questa ormai decennale battaglia delle acque. Dagli uffici della Comunità del Garda giungono in ogni caso commenti improntati alla tranquillità. «A differenza dello scorso anno – spiega il segretario generale Pierlucio Ceresa – siamo in presenza di un manto nevoso consistente sui rilievi e con la stagione delle piogge notoriamente in marzo e aprile il livello delle acque è destinato a salire. Nel frattempo si continua a monitorare giorno per giorno la situazione con Aipo l’ente gestore e il Consorzio degli “utilizzatori” di valle, tenendo sempre in considerazione alcuni aspetti fondamentali: il lago non deve essere considerato come un tempo solo un serbatoio da riempire in inverno e svuotare in estate per usi agricoli». Oltre agli equilibri ecologici - ambienti naturali come i canneti nel basso lago ad esempio risentono pesantemente del forte e persistente abbassamento dei livelli del lago e il loro prosciugamento crea problemi alla fauna ittica da salvaguardare -, «le mutate esigenze degli ultimi decenni impongono nuovi accorgimenti», ammette Ceresa. In effetti le regole dettate dalle necessità di mezzo secolo fa non sembrano più in grado di rispondere alle condizioni dei nostri giorni. «Se negli anni fra il 1950 ed il 1970 il problema era quello di contenere i livelli massimi e dunque le piene evitando allagamenti e disastri, ora – continua la disamina di Pielucio Ceresa - con gli stravolgimenti delle condizioni climatiche e il grande uso della risorsa idrica per uso industriale e turistico legato alla balneazione e la navigazione, il problema è esattamente l’opposto. L’acqua è scarsa e i consumi sono spesso superiori alle disponibilità». Come conciliare le molteplici esigenze e i diversi interessi? «In attesa di una normativa definitiva – conclude Ceresa - è indispensabile una concertazione». Sullo sfondo resta tuttavia la preoccupazione delle aziende agricole che praticano la monocoltura che richiede volumi di irrigazione più consistenti. Per gli operatori sarà impossibile colmare in tre settimane il deficit di 41 centimetri del Garda. La stagione irrigua - a parere degli agricoltori - rischia di partire con un handicap pesante che alla luce della siccità patita nelle ultime estate potrebbe avere delle ricadute pesantissime sul comparto. A quel punto coniugare le giuste richieste di irrigazione, con quelle altrettanto legittime degli operatori turisti che auspicano un lago dai livelli alti, rischiano fatalmente di entrare in rotta di collisione. •

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