«L’assassino di Nadia era incapace di intendere»

di M.P.
La vittima, Nadia Pulvirenti
La vittima, Nadia Pulvirenti
La vittima, Nadia Pulvirenti
La vittima, Nadia Pulvirenti

Incapace d’intendere e di volere al momento del fatto e attualmente socialmente pericoloso. Questo è quanto ha stabilito il perito nominato dal giudice nel processo con rito abbreviato che si sta celebrando contro Abderrhahim El Moukhtari, che il 24 gennaio uccise a coltellate Nadia Pulvirenti. Il delitto avvenne all’interno della comunità «Clarabella» ad Iseo, dove la vittima, 25 anni, lavorava e di cui l’omicida, 54 anni, era ospite. Il processo con rito abbreviato è stato aggiornato al 17 maggio prossimo, giorno in cui sono previste discussione e sentenza. Da almeno cinque anni il 54enne viveva con un altro ospite in un appartamento definito di «residenzialità leggera». Era questa una modalità di cura nei confronti di una persona che aveva accusato disturbi di natura psichiatrica. Quella mattina Abderrhahim El Moukhtari colpì più volte la vittima con un coltello da cucina, una decina i fendenti vibrati, poi si allontanò. Venne rintracciato e arrestato poco lontano dalla comunità. Assistito dall’avvocato di fiducia Giuseppe Mercurio, Abderrhahim El Moukhtari, nel corso dell’interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere. Ora, sulla base delle decisioni del perito, l’epilogo più verosimile sembra essere quello della destinazione in cura in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Ma solo il 17 maggio, giorno del processo, sarà possibile conoscere la decisione del giudice e, nel caso della Rems, la durata del periodo di permanenza. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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