L’invasione dei taxisti abusivi «Illegalità alla luce del sole»

di Valentino Rodolfi
Ci sono stati  interventi della Polizia, ma il fenomeno «abusivi» cresce
Ci sono stati interventi della Polizia, ma il fenomeno «abusivi» cresce
Ci sono stati  interventi della Polizia, ma il fenomeno «abusivi» cresce
Ci sono stati interventi della Polizia, ma il fenomeno «abusivi» cresce

Concorrenza sleale, ma anche prepotenze, minacce, atti persecutori, la sensazione frustrante di essere stati lasciati da soli ad affrontare l’illegalità più palese e plateale. La concorrenza è quella dei «taxi» abusivi, completamente privi di permessi, che a Desenzano e Sirmione danno il tormento ai taxisti veri e agli autisti Ncc in regola: quelli che pagano le tasse, iscritti a ruolo, Camera di commercio, licenza, partita Iva, patente KB, assicurazioni professionali, tutto. Quelli che lavorano nel rispetto delle norme, in guerra con chi invece non ha niente in regola ma svolge H24 lo stesso servizio, di notte o alla luce del sole. «GLI ABUSIVI sono sempre più numerosi, ormai ne contiamo una trentina, di cui tra i sedici e i venti a Desenzano e una decina di stanza a Sirmione»: lo riferiscono taxisti e autisti Ncc a Bresciaoggi, che nello scorso novembre aveva raccolto le prima segnalazioni. Erano seguiti controlli della Polizia stradale, con qualche risultato: ad almeno tre abusivi erano state «fermati» i veicoli con ritiro della carta di circolazione. Ma era solo una goccia nel mare. «PREPOTENZE e minacce sono all’ordine del giorno - riferisce un taxista regolare di Desenzano -. La scorsa settimana alla stazione c’è stato un faccia a faccia con uno che aspettava i clienti: alle nostre proteste sono seguite le sue minacce telefoniche». «Tu non sai chi ho dietro io», ha risposto l’abusivo, lasciando intendere, in modo abbastanza sinistro, di essere in contatto con gente pericolosa. Ma che fosse la verità o soltanto un bluff, la sensazione di una specie di racket organizzato è in realtà ben più di una sensazione. «Ci sono abusivi che sembrano formare una vera organizzazione, qualcuno ha persino dei dipendenti che lavorano per lui, ovviamente in nero - spiega a Bresciaoggi un autista Ncc -. Alcuni sono stranieri, pakistani, marocchini, romeni, che arrivano da Castiglione o da Valeggio. Poi ci sono anche persone del posto, che per campare si sono inventate questo lavoro, ma con niente in regola». «SPERONAMENTI, inseguimenti, manovre pericolose per spaventare - riferisce un altro titolare di licenza per taxi a Desenzano -: da quando abbiamo iniziato a protestare, non ci lasciano in pace. Noi abbiamo dichiarato guerra a loro, e loro a noi. La differenza è che loro operano nella totale illegalità». E LE AUTORITÀ? Qualche controllo, come detto, c’è stato. Ma gli abusivi aumentano. «Ne abbiamo parlato più volte con la Polizia locale e con la Stradale: dicono che bisogna coglierli in flagrante e non è facile. Noi - riferiscono i taxisti - abbiamo segnalato nomi e cognomi, modelli e targhe della auto, persino i numeri di telefono. Ma continuano a stazionare e circolare ovunque, anche in piazza nella Ztl, dove entrano ovviamente senza alcun permesso o contrassegno. La beffa è che, sospettiamo, siano gli abusivi a tenere noi sotto controllo, intercettando le nostre comunicazioni su Radiotaxi: appena lasciamo una postazione, ci arrivano loro». Oltre a rinnovare l’appello alle autorità, che sono comunque consapevoli del problema e qualcosa hanno fatto, il desiderio dei conducenti regolari è di sensibilizzare anche i cittadini e le attività: alberghi, ristoranti, discoteche, dove non è raro vedere i «taxi» abusivi sostare per caricare o scaricare clienti. «VORREMMO che gli esercenti diventassero nostri alleati nel contrastare attività svolte al di fuori di ogni legalità e di ogni sicurezza - dice un autista Ncc di Sirmione -. Chiediamoci anche quale immagine si trasmetta a un turista che chiede un taxi, e che si vede arrivare un’auto privata senza alcun contrassegno, che non ha il Pos, che non rilascia ricevuta. È facile che il turista si chieda che razza di paese sia il nostro». •

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