L’olio del Garda seduce
Regno Unito e Taiwan

di Claudio Andrizzi
L’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava ospite a Puegnago
L’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava ospite a Puegnago
L’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava ospite a Puegnago
L’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava ospite a Puegnago

L’olio extravergine del lago di Garda si proietta sui mercati internazionali con la forza della sua eccellenza: questo l’obbiettivo dell’educational per operatori e giornalisti specializzati di Regno Unito e Taiwan organizzato in questi giorni in Valtènesi dall’Aipol in collaborazione con Ice, Unaprol e Regione Lombardia.

UN’INIZIATIVA promozionale particolarmente significativa per un comparto di spiccato prestigio, reduce per altro da una campagna di elevatissimo profilo che ha in parte riscattato il disastro del 2014, annata che per problemi climatici contrassegnata da un crollo delle produzioni nell’ordine del 70%. Tutt’altro quadro nel 2015, con qualità eccellente e produzioni in ripresa anche se non ancora nella media: l’ideale per una giornata di promozione e contatti B2B fra addetti ai lavori e produttori del territorio, che ieri ha visto gli ospiti esteri protagonisti a Puegnago, il comune più «olivetato» di Lombardia con oltre 100 ettari, nella sede dell’Aipol a Villa Galnica a Puegnago. «Il nostro non è solo l’olio prodotto più a nord del pianeta, ma anche una ricchezza da difendere per la tutela del territorio e del paesaggio – ha osservato il presidente Silvano Zanelli illustrando numeri e caratteristiche della produzione lombarda e gardesana: con lui il sindaco Adelio Zeni, il direttore Aipol Simone Frusca, il vicedirettore dell’Unione Provinciale Agricoltori Enzo Ferrazzoli e l’assessore all’agricoltura di Regione Lombardia Gianni Fava -. L’olivo non è una coltivazione facile da noi: i costi di produzione si aggirano tra i 12 e 15 euro al litro. Ma il risultato è un prodotto fortemente peculiare, le cui caratteristiche sono ormai riconosciute a livello internazionale». Il Garda bresciano vale il 76% della produzione lombarda, percentuale che con il Sebino porta la provincia di Brescia a detenere una quota dell’88%: in futuro tuttavia, complici i cambiamenti climatici, altre zone della regione potrebbero affacciarsi sul settore. «Stiamo discutendo un progetto per la sperimentazione olivicola in Valtellina – ha annunciato Fava -. Del resto la conversione all’olivicoltura di terreni fragili dal punto di vista ambientale è ormai una realtà».

I numeri restano da nicchia: 800 mila litri contro i 24 milioni consumati dai lombardi. «Ma parliamo di un fiore all’occhiello – ha concluso Fava -. Un prodotto d’alta gamma che giustifica importanti investimenti in promozione nonostante i modesti quantitativi».

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