La «banda degli hamburger» smascherata dalla Polizia

di A.GAT.
Il Commissariato di Polizia: concluse l’indagine sul colpo al «Bep’s»
Il Commissariato di Polizia: concluse l’indagine sul colpo al «Bep’s»
Il Commissariato di Polizia: concluse l’indagine sul colpo al «Bep’s»
Il Commissariato di Polizia: concluse l’indagine sul colpo al «Bep’s»

Avevano sfiorato il colpo grosso con una spaccata, e quasi divelto la cassaforte del Bep’s Burger di piazza Cappelletti a Desenzano: erano fuggiti mentre l’allarme già suonava e, fallito l’assalto alla cassaforte, si erano dovuti «accontentare» di 300 euro in contanti (rubati dalla cassa del locale) e di alcune costose apparecchiature informatiche, tra cui un notebook e i tablet per la gestione della videosorveglianza. UN COLPO che valeva comunque una cifra a tre zeri. Credevano di averla fatta franca, ma la Polizia non ha mai smesso di indagare e alla fine ha presentato il conto, salatissimo: il Commissariato di Desenzano ha infatti assicurato alla giustizia gli autori del «blitz» del 29 agosto del 2016, quattro bresciani. Sono accusati di furto ma con le aggravanti di aver commesso il fatto con una batteria di più di tre persone, con violenza sulle cose (pare fossero armati con mazze e picconi) e in un locale adibito alla vendita di alimenti. Insieme a loro sono stati indagati (per ricettazione) altri due. Proprio da loro le indagini sono arrivate alla svolta decisiva: grazie al materiale informatico recuperato in un negozio di elettronica di Brescia è stato possibile risalire ai quattro componenti della «banda degli hamburger». Tra loro anche un ex dipendente del Bep’s, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, che aveva fatto da basista ai compari, indirizzandoli verso la cassaforte e l’armadio dove erano custodi i tablet e i computer. «Fin dalle prime fasi - spiega il Commissariato - le investigazioni si erano rivolte all’individuazione del basista, che aveva fornito le informazioni necessarie per il furto, tenuto conto che la cassaforte e le apparecchiature si trovavano in luogo riservato non accessibile al pubblico». INDAGINI complesse: analisi dei traffici telefonici, perquisizioni domiciliari, servizi di osservazione e appostamenti. Fondamentale anche il supporto tecnico della Polizia Scientifica, con la comparazione (positiva) tra il profilo genetico ricavato dalle tracce di sangue recuperate sul luogo del “delitto” - uno dei malviventi si era tagliato con del vetro - e quello invece ricavato dai prelievi salivari di uno dei sospettati. Tecnologia, intuito e indagini serrate: così la «banda degli hamburger» è arrivata al capolinea. •

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