La ciclabile del
Garda si blocca
in Trentino

di Luciano Scarpetta
Un’altra immagine d’impatto della futura pista a picco sul lagoUna simulazione grafica del tratto fra Limone Riva del Garda
Un’altra immagine d’impatto della futura pista a picco sul lagoUna simulazione grafica del tratto fra Limone Riva del Garda
Un’altra immagine d’impatto della futura pista a picco sul lagoUna simulazione grafica del tratto fra Limone Riva del Garda
Un’altra immagine d’impatto della futura pista a picco sul lagoUna simulazione grafica del tratto fra Limone Riva del Garda

Come nei finali delle tappe ciclistiche di montagna, anche per il completamento del percorso ciclo pedonale da Limone a Riva del Garda (dunque in territorio trentino) le difficoltà che si presentano sono decisamente più insidiose e causate dalla particolare morfologia del territorio.

Se nel segmento da Limone al confine con la provincia trentina, in località Reamol, i lavori della spettacolare pista a sbalzo sul lago saranno ultimati entro l’estate con la realizzazione di un piccolo capolavoro di ingegneria di circa due chilometri (7 milioni di euro di spesa, finanziata dell’ex fondo per lo sviluppo dei Comuni di confine) che vedrà scorrere il tracciato tra le gallerie della strada Gardesana e gli spettacolari scorci del Meandro, più a nord ecco l’intoppo.

UN INTOPPO progettuale, ma anche economico: 21 milioni di euro da parte trentina, che ancora mancano all’appello. I restanti 5.300 metri fino a Riva del Garda, infatti, presentano alla data odierna tempistiche incerte.

A dichiararlo è l’assessore provinciale trentino, Mauro Gilmozzi, rispondendo all’interrogazione presentata dalla consigliera Manuela Bottamendi del gruppo misto. «Sulla realizzazione del tratto di ciclabile tra Riva e Limone non vi sono elementi oggettivi tali da poter fare delle previsioni temporali attendibili». Dove alla voce «elementi oggettivi» ci sono, o meglio, non sono ancora a disposizione i 21 milioni 193 mila e 500 euro necessari per realizzare la tratta.

Questi soldi rientrano nei complessivi 105 milioni di euro previsti dai «soggetti attuatori» (le tre Regioni lacustri) per finanziare l’anello ciclabile di oltre 140 chilometri, ma per il tratto finale della sponda occidentale, siamo alle fasi embrionali del progetto.

«Ad oggi - specifica l’assessore trentino Gilmozzi - esiste uno studio di fattibilità, il quale, nel caso di reperimento delle risorse necessarie, sarà elaborato nei successivi livelli di progettazione preliminare, definitiva, esecutiva».

L’intenzione della provincia è di contribuire al finanziamento complessivo, considerato che gli altri comuni bresciani coinvolti stanno perfezionando le opere con gli stanziamenti dei fondi ex Odi. Per ora tutto fermo.

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