La marea grigia dell’Adige è nell’occhio del ciclone: «Il Garda chieda i danni»

di L.SCA.
A sinistra ben visibile da Tremosine la «marea grigia» dell’Adige
A sinistra ben visibile da Tremosine la «marea grigia» dell’Adige
A sinistra ben visibile da Tremosine la «marea grigia» dell’Adige
A sinistra ben visibile da Tremosine la «marea grigia» dell’Adige

Non accenna a placarsi la polemica sull’apertura dello scolmatore di Torbole, che per salvare Verona dalla piena dell’Adige ha riversato nel lago 14 milioni di metri cubi di acqua, fango e detriti dal fiume. SULLE DUE SPONDE del lago c’è attesa per le analisi sull’acqua eseguiti in settimana da Arpav, l’agenzia ambientale del Veneto, così come quelli più approfonditi che saranno eseguiti dopodomani a diverse profondità sui parametri chimici e biologici. L’ESIGENZA di uno studio approfondito sull’ecosistema, promosso anche dalla Comunità del Garda nelle prossime settimane, è sostenuto anche dal vicesindaco di Peschiera Filippo Gavazzoni, che ha inviato agli enti responsabili dell’attivazione della galleria Adige-Garda (gli assessori all’Ambiente di Veneto e Lombardia, la Provincia autonoma di Trento e l’Agenzia interregionale per il fiume Po e l’Autorità di bacino del Po e dell’Adige) una richiesta di «compensazione-ristoro» a favore del bacino gardesano: un risarcimento ambientale, ma concreto, a beneficio del lago. A LIVELLO amministrativo si punta inoltre l’indice per una scelta, quella di gettare le acque dell’Adige nel Garda, calata dall’alto e figlia di un protocollo ormai datato 2002, stipulato tra la Provincia di Trento, le Regioni di Lombardia e Veneto, e le Autorità di Bacino del fiume Adige e del Po, che però non tiene conto dei cambiamenti climatici e della possibilità purtroppo non remota di nuovi episodi analoghi. «Dopo quest’ultimo evento – illustra il segretario della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa – chiediamo di entrare a far parte della cabina di regia dello scolmatore».Ora infatti la decisione finale è attribuita alla Provincia di Trento che, dopo aver informato le regioni, può aprire la galleria e deciderne la portata senza rendere conto a nessuno: «Il disciplinare dovrebbe essere integrato con un rappresentante dei Comuni o col presidente della Comunità del Garda». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente veronese di Ags Angelo Cresco: «Non è giusto che i Comuni del lago non vengano nemmeno informati».

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